Niente sofismi, proclami o giri di parole. A Trigoria è bastato il sorriso emozionato di Eusebio Di Francesco per stemperare la tensione e dare il via all’ennesimo progetto tecnico della Roma americana. «Io lo so perfettamente quello che i tifosi sperano, ma non sono qui per fare annunci. Sono qui per portare e trasmettere entusiasmo, umiltà e voglia di giocare a calcio. Mi hanno scelto per questo». Un basso profilo che non vuole essere scambiato per mancanza di ambizione. «È stato scelto – dice lo sbarbato Monchi al suo fianco – per la sua voglia di lavorare e competere». Per farlo il ds abbassa la saracinesca: «La Roma non è un supermercato. Solo per Salah c’è una trattativa con un club inglese (il Liverpool, ndr), ma il prezzo lo facciamo noi. Per Rüdiger ad oggi non ci sono trattative aperte e ci sono zero possibilità che possa partire».
Ma torniamo all’emozionato Di Francesco, che è tornato ad indossare i colori giallorossi dopo le esperienze da calciatore e team manager. Eusebio al suo fianco a breve dovrebbe avere Totti per il quale ha speso belle parole: «Con Francesco ho un rapporto speciale, ne ho parlato con la società e spero di lavorare con lui nel ruolo che preferisce. È abbastanza grande per deciderselo da solo». Di Francesco, nel salto dal Sassuolo alla Roma, sa di giocarsi la più grande opportunità della sua carriera: «Quello che mi auguro è che sia un percorso in discesa per quanto riguarda i risultati. So che questo può essere un ambiente particolare, difficile, ma sono sereno. Quello che dobbiamo trasmettere è consapevolezza e una grandissima umiltà nel lavoro. La Roma è una squadra competitiva con giocatori interessanti e di alto profilo e che davanti ha avuto solo la Juve. Ma è una squadra top. Chi veste questa maglia deve sapere che dà sensazioni uniche e voglio trasmettere ai giocatori un grande senso di appartenenza». Tra loro di sicuro c’è De Rossi: «È il primo che ho chiamato una volta saputo del mio ritorno a Roma. Sarà il mio punto di riferimento, a prescindere se sarà titolare o meno».
Si parla anche di tattica: «Si parte dal 4-3-3 adattabile al 4-2-4 o 4-2-3-1. Da mezzala Nainggolan può fare benissimo 18 gol, ha qualità così importanti che può essere determinante in qualsiasi sistema di gioco. Florenzi? Sa attaccare la porta. Strootman ottima mezzala, mentre Paredes è il mio regista ideale». Si espone poco sul mercato: «Mi chiedete se sono un aziendalista? Le scelte che facciamo insieme, come quella di Moreno è stata pienamente condivisa col direttore. Le mie fortune sono le fortune della società, non siamo due entità separate. Berardi ha grandi mezzi, su Pellegrini sta lavorando la società. Cercheremo di mettere insieme una squadra molto forte, vero diretto’?», ha detto rivolgendosi a un Monchi divertito. Il sereno è tornato, ora tocca al campo.