Il terzo gol stagionale di Kostas Manolas, il secondo in campionato, ieri sera ha tolto le castagne dal fuoco ad una Roma fino a quel punto in grandissima sofferenza contro il Toro di Mazzarri. «Nel primo tempo non abbiamo creato niente, non avevamo la testa giusta – ha spiegato il greco – Abbiamo poi segnato alla prima reale occasione e questo ci ha finalmente liberato. Ora pensiamo alla Champions, stavolta i quarti non li falliremo».
Un venerdì inizialmente di paura quello dell’Olimpico, ma che ha preso contorni molto più tranquilli per la Roma e un sempre decisivo Alisson – che Monchi, nel pregara, si è augurato resti ancora molti anni nella Capitale – dopo il colpo di testa del suo centrale greco, pronto poi ad inginocchiarsi ed alzare le braccia al cielo sotto la Monte Mario per dedicare il gol al’ex compagno Astori. «Non abbiamo fatto benissimo nel primo tempo, troppo macchinosi – l’analisi invece del tecnico Eusebio Di Francesco – Ci stavamo complicando la partita da soli, non avevamo equilibrio. Ma siamo riusciti a sfruttare il gioco aereo, per fortuna, dando il via ad ottimi secondi quarantacinque minuti. Schick, come gli altri, non ha giocato bene all’inizio. Ha qualità ma deve ancora farle vedere appieno. Contro lo Shaktar, una squadra brasiliana più che ucraina, il nostro pubblico sarà determinante», ha sottolineato Di Francesco.
La serata romana, piena di commozione nel ricordo di Davide Astori, è stata bagnata dai sigilli pure di De Rossi (il primo in campionato, particolarmente significativo per l’amicizia che legava il capitano giallorosso a quello della Fiorentina) e Pellegrini, subentrato nel finale easegno nei minuti di recupero. Alla fine della partita tutta la squadra è rimasta in campo e si è rivolta al proprio pubblico: una sorta di appello affinché martedì sera l’Olimpico sia pieno: arriva lo Shakhtar Donetsk per la sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions e la Roma non può fallire la qualificazione.