Nella scorsa stagione la Roma ha conquistato 12 punti su 12 nelle quattro sfide contro le milanesi. Impresa irripetibile quest’anno, visto che ha già perso alla seconda giornata contro l’Inter, in casa. È anche per questo che la sfida contro il Milan di Montella («Per me è un fratello», ha detto Di Francesco) diventa un banco di prova per le ambizioni future. Un campionato come questo, con tante squadre deboli, si gioca soprattutto negli scontri diretti: un pareggio a San Siro, che in altre occasioni potrebbe andare bene, vorrebbe dire perdere altro terreno e la Roma rischierebbe di competere davvero solo per il terzo o il quarto posto, con il terrore di restare fuori dalla zona Champions League, con un bilancio da approvare a – 42,6 milioni di euro.
Eusebio Di Francesco lo sa: «Vincere contro il Milan significherebbe che il titolo di apertura di tutti i giornali sarebbe questo:“la Roma c’è”. Dobbiamo essere ambiziosi, lavoriamo per restare attaccati al carro delle prime e per poterlo fare bisogna giocare senza presunzione, ma con consapevolezza. Ci snobbano? Per me è indifferente. Contano i risultati, il campo e l’atteggiamento, che alla fine fa la differenza. Ben vengano non partire favoriti, ma questo non ci toglie responsabilità. Tutti si aspettano sempre di più dalla squadra e da me, ma è giusto che sia così». Tanti gli assenti: Schick, Perotti, Defrel, Karsdorp e Emerson. Florenzi dovrà giocare esterno d’attacco, Pellegrini convocato ma non al top per colpa dell’influenza.