Nainggolan si fa male subito, Under non c’era proprio a Bologna e come lui Pellegrini. Dzeko, presente/assente, perché Di Francesco è stato costretto a farlo riposare, chiamandolo in causa solo per la stretta e inaspettata necessità. E per fortuna poi, Edin – seppur stanco – ha fatto il suo dovere. Le nazionali tornano a colpire, e l’allenatore della Roma ci mette poco a farlo notare. E di solito non è suo costume lamentarsi. «Negli ultimi giorni mi sono mancati molti giocatori, a volte non capisco la loro gestione da parte delle nazionali. Tornano sempre con difficoltà fisiche importanti. E’ impossibile che questi ragazzi possano giocare sette partite in venti giorni. Impossibile. E certe scelte di turnover andavano fatte proprio alla luce di questo». Ed. ecco infatti il patatrac: infortuni e vittoria buttata. «Da qualche parte dovevamo concedere qualcosa e con Dzeko, ad esempio, abbiamo deciso di fargli saltare Bologna, me lo ha chiesto lui di non giocare».
LA DIFESA – E non sia mai, con questo Schick… Ma guai a dirlo, DiFra non tollera la ricerca del “colpevole”. «Schick si è messo a disposizione, non possiamo tirare la croce addosso a lui. Nel primo tempo non è andato benissimo, ma non solo lui. Va tutelato, anche se deve migliorare ed essere più cattivo. Arriva in una piazza nuova, a Roma spesso si massacrano i calciatori. Lui ha talento». Al netto dei vari guai presenti e futuri, la partita contro il Bologna è piaciuta poco a Eusebio. «Abbiamo buttato via due punti per demeriti nostri. Bene prima del loro gol, poi benino nella ripresa. Si poteva fare meglio». La squadra è apparsa lenta e con la vecchia anemia realizzativa, cioè quel brutto fantasma che sembrava essere scomparso definitivamente. Una roba che risale alle feste di Natale, per fortuna quelle pasquali sono più corte. «Qualcosa di buono ho visto, molto invece non mi è piaciuto. Così a Barcellona no, lì servirà un’altra Roma», l’avviso ai naviganti del tecnico.