Si stanno svolgendo in questo momento i funerali di Davide Astori nella Basilica di Santa Croce a Firenze.
Oltre ad essere presente i dirigenti, lo staff al gran completo e tutti i giocatori della Fiorentina, ci sono moltissimi nomi del calcio: da Marchetti a Van Basten ed addiritura Butragueno in rappresentanza del Real Madrid. E’ presente anche Mario Balotelli, che ha condiviso con lui la maglia della Nazionale.
La Roma viene rappresentata da una delegazione composta da Totti, Florenzi, Bruno Conti, De Rossi, Pellegrini e Nainggolan, El Shaarawy, Balzaretti e Baldissoni.
E’ presente anche la delegazione della Juventus che capitanata da Buffon e seguito da Barzagli, Chiellini, Pjanic, Marchisio e Rugani sono entrati nella Basilica.
Pochi minuti dopo è entrato nella chiesa anche il feretro di Davide Astori ed è iniziata la funzione.
Queste le parole usate durante l’omelia dal Cardinal Bertone: “Siamo qui a pregare per Davide, in questa basilica che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata, e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo. Queste virtù noi riconosciamo in Davide e per questo lo salutiamo in questo luogo. Il modo improvviso e crudele con cui il capitano ci è stato tolto, ci rinvia alla nostra povertà di creature, che non dispongono di tutto ma che le cose essenziali le ricevono, a cominciare dalla più essenziale, la vita. Una morte, quella di Davide, che ci richiama a maggiore umiltà, a tanta gratitudine, a quel senso del limite che spesso manca in questo tempo di superbia. E non a caso, nel fare memoria del capitano, molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabilità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro. Al tempo stesso, mentre contempliamo la fragilità della vita, ne scorgiamo anche la grandezza e lo splendore, quella preziosità che la fa tanto rimpiangere quando viene meno. E anche sulla bellezza della vita c’è un messaggio importante che la morte di Davide Astori lascia a tutti noi. Non sempre e non dappertutto la vita è riconosciuta nel suo valore. C’è chi la mette in pericolo con modelli di comportamento nocivi, e chi minaccia la vita degli altri o non ne rispetta la dignità. Troppi nel mondo vedono la loro vita disprezzata, fatta merce, usata, emarginata, non circondata dalle dovute cure. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione, l’impegno del capitano per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani. Ma non meno significativa è stata la testimonianza di suoi compagni più giovani, che nella squadra si sono sentiti da lui accolti, indirizzati, sorretti – ha sottolineato l’arcivescovo di Firenze. La sua vita spezzata da un male misterioso richiami tutti noi a prenderci cura della vita degli altri, soprattutto dei più deboli e dei più miseri. In ogni vita umana è nascosto il germe di vita divina”.
All’uscita del feretro dalla basilica, commozione e cori per il capitano della Fiorenti da parte di tutti i presenti.