Aumento di ricavi, plusvalenze, rincorsa Champions League, allenatore. In oltre tre ore di chiacchierata a Trigoria con il trio Gandini-Baldissoni-Monchi, la Roma ha spiegato alla stampa le ragioni di certe scelte dolorose e il piano di crescita nel futuro prossimo e nel lungo periodo.
LA SCURE – La riunione è stata organizzata non a caso subito dopo la fine del mercato. Per chiarire un punto determinante: è stata l’Uefa a “suggerire” alla Roma un taglio nei costi accompagnato da un visibile aumento dei ricavi nella finestra di mercato. Nei prossimi giorni i dirigenti del club saranno ricevuti a Nyon dalla commissione di controllo del fair play finanziario per spiegare i motivi del mancato rispetto del pareggio di bilancio, previsto negli accordi del maggio del 2015, nel consuntivo dello scorso 30 giugno. E così le cessioni di Emerson, Moreno e Castan daranno un segnale all’Uefa di un percorso virtuoso che per forza di cose, alla fine del prossimo bilancio, dovrà condurre al cosiddetto break even, cioè il perfetto equilibrio tra entrate e uscite. Attraverso queste operazioni, e il solo ingresso di Jonathan Silva, la Roma ha incassato 25 milioni più 9 di bonus e ha abbassato il monte stipendi di circa 3 milioni lordi.
PREVISIONI – Quello che succederà a fine stagione è invece imprevedibile. La Roma non ha trattato Dzeko per bisogno di cash ma per l’opportunità forse irripetibile – e magari contestabile – di vendere un calciatore di 32 anni che per il club ha un costo finanziario di 16 milioni a cifre quasi irrifiutabili. Se Dzeko si fosse accordato con il Chelsea, la Roma avrebbe quasi certamente preso Olivier Giroud che poi è andato proprio a casa di Antonio Conte. Ma che le necessità economiche fossero limitate alla remunerativa cessione di Emerson lo dimostra il fatto che Monchi abbia deciso di non considerare offerte per Manolas (Arsenal) ed El Shaarawy (Siviglia). Diversa la situazione di Nainggolan, per il quale la Roma ha avuto il sentore di offerte cinesi senza mai averle davvero sotto gli occhi, e di Alisson, che piace alle migliori squadre d’Europa ma non ha ricevuto proposte concrete per gennaio. Andrà via entro il 30 giugno? E’ possibile. Ma la Roma spera di non arrivare con il fiato corto alla fine dell’anno finanziario come nel 2017, quando fu obbligata a vendere Salah, Rüdiger e Paredes. Come? Aggiungendo ricavi facendo più strada possibile in Champions League, firmando il contratto (questione di giorni) con il main sponsor che produrrà un introito tra i 10 e i 15 milioni all’anno, e naturalmente conquistando almeno il quarto posto. Il primo acquisto della nuova stagione può essere Simone Verdi, per il quale Monchi ha già ripreso i contatti con il Bologna dopo il no al Napoli.
TESTA – A questo proposito, la dirigenza è convinta che non esista un problema atletico. Di Francesco ha consegnato a Monchi i dati atletici delle ultime quattro partite, sottolineando che mai come in questo periodo la squadra è stata brillante. Il problema sarebbe dunque nelle teste dei calciatori, tutti nazionali, che stanno vivendo un’involuzione inspiegabile. A Trigoria però non hanno dubbi: la Roma ripartirà a breve. Con Di Francesco in panchina: lui per ora non è in discussione.