Il nuovo Nainggolan scompare e riappare con discrezione, come un bravo gregario che non dà fastidio a nessuno. Ma non per questo si può snobbare il contributo che, in un stagione al di sotto delle sue enormi potenzialità, abbia offerto alla Roma sotto il profilo della quantità e anche della qualità.
DISPONIBILE – La partita di Napoli in questo senso è stata emblematica. Soprattutto nel primo tempo, Nainggolan è stato determinante negli equilibri tattici della squadra per intasare le vie centrali e per il ribaltamento dell’azione: il pareggio di Ünder, ad esempio, nasce da un suo assist, il quinto di un campionato poco gratificante sul piano realizzativo ma comunque apprezzabile per la disponibilità verso i compagni. La grande differenza è proprio questa rispetto all’anno scorso quando Nainggolan finalizzava molto di più nel 4-2-3-1 spallettiano (11 reti a questo livello della stagione 2016/17 contro le 2 attuali) ma forniva meno passaggi vincenti: parlando del solo campionato, un anno fa era a quota 1 dopo 27 giornate.
CRESCITA – Superato un problema al polpaccio che l’ha fatto penare da novembre, Nainggolan può guardare allo sprint finale con fiducia: al San Paolo ha riscattato le brutte esibizioni contro Shakhtar e Milan, partite nelle quali Di Francesco lo ha sostituito, e nelle prossime decisive serate potrebbe essere il valore aggiunto per la Roma. Non rileva il modulo, ormai è evidente: contro il Napoli, per dire, è stato straripante nel 4-3-3 mentre a Kharkiv era stato il peggiore in campo da trequartista del 4-2-3-1.
LE ULTIME – Intanto, nella gestione del doppio impegno tra Torino e Shakhtar, probabilmente non riposerà. Di Francesco dovrà cambiare per forza la formazione, venerdì, a causa delle squalifiche di Dzeko e Fazio e degli acciacchi di De Rossi, che oggi dovrebbe tornare ad allenarsi con il gruppo ma al massimo andrà in panchina. Il suo posto dovrebbe essere preso da Pellegrini con Strootman arretrato nuovamente nella posizione di playmaker. A meno che Gonalons, tornato disponibile dopo due mesi, non dimostri di essere pronto a giocare subito novanta minuti.