Ai primi di giugno dello scorso anno la maggior parte delle lacrime erano state versate, la santificazione già avvenuta e il suo addio al calcio, ormai, diventato una pietra miliare dell'”entertainment” emozional-sportivo nel mondo. Insomma, per farla breve, oggi – un anno fa – fu certificato semplicemente quello che sapevano tutti: a 40 anni il capitano della Roma aveva lasciato il calcio giocato, ma il calcio giocato non aveva lasciato lui.
E a 12 mesi di distanza, da quanto si vede, il divorzio non si è ancora consumato perché, se è vero che Totti non scende più in campo a Trigoria, tra esibizioni e tornei, ogni occasione è buona per accarezzare quel pallone che lo ha accompagnato per 25 anni come professionista e da tutta la vita come prediletto dagli dei. In attesa di raccontarsi come mai ha fatto (e tanta roba bolle in pentola). La nuova vita, però, è cominciata. In questo senso, il capitano “storico” della Roma sta entrando sempre più nei panni del dirigente, anche se la sua maglia (l’ultima) pure in questa stagione è stata la più venduta.
Una cosa è certa: il gusto di giudicare nuovi talenti sta crescendo, e questa è un’opportunità per la Roma. Il legame con Di Francesco, poi, rende Totti sempre vicino ai calciatori, e nella stagione è capitato che tocchi anche a lui riprenderli. Detto che la dieta è più ferrea che mai, neppure il divertimento manca, tant’è che ieri era a Montecarlo per il Gran Premio. “Io in macchina? Sono abbastanza spericolato (ride, ndr). Sono pazzo per i motori, un giorno mi piacerebbe provare una Formula Uno. Non so se riuscirei a partire, però se avrò la possibilità lo farò molto volentieri”. Insomma, aspettiamoci anche un Totti pilota. Anche se, a pensarci bene, anche col pallone tra i piedi è già successo per tanto, tanto tempo.