La stretta attualità parla di un polpaccio, il destro, che dà qualche fastidio e gli farà saltare quasi certamente la trasferta di Bologna. Dettagli rispetto al futuro, anche se può essere a corto o lungo raggio. Quello più vicino lo porta a sognare di giocare anche mercoledì prossimo, al Nou Camp, dopo aver calcato martedì scorso il prato di Wembley con la Nazionale; quello più lontano è ancora tutto da scrivere, almeno a sentire molte delle voci che girano sulle frequenze (sempre molto affollate) di radiomercato. Lorenzo Pellegrini conosce perfettamente la situazione, come sa anche chiaramente cosa si aspetta e cosa vuole. A medio o lungo termine che sia. E quando (a Sky) gli chiedono dei tanti club che sono sulle sue tracce, ad iniziare dalla Juventus, risponde così: «A un giocatore fa piacere leggere il proprio nome accostato a grandi club, ma io sono già in un grande club, con un progetto ambizioso. Per il momento mi godo questo, poi vedremo».
LA SITUAZIONE – Insomma, è sempre il discorso del futuro vicino e più lontano. La certezza è oggi, del domani ancora non c’è traccia. Come dire, oggi sono alla Roma e ne sono molto felice, domani chissà. Maturità che va oltre i suoi 21 anni, anche se poi Pellegrini sa che è proprio questo il momento di spingere davvero sull’acceleratore. Ecco perché su radiomercato si sente sempre più spesso una vocina che sostiene questo: la Juventus è lì, pronta a pagare la clausola per portare Lorenzo subito in bianconero, fin dal prossimo giugno. Clausola particolare: 25 milioni in caso di almeno 25 gare stagionali da 45 minuti. Per ogni gara in meno il prezzo scende di un milione e mezzo, allo scattare della 26a presenza sale a 30 e poi cresce di un milione a gara. A oggi Pellegrini di gare da almeno 45 minuti ne ha giocate 20, dunque il valore odierno è di 17,5 milioni. Ma, soprattutto, nelle 30 presenze stagionali ha giocato per intero solo 5 gare. Ecco, Pellegrini il prossimo anno vorrebbe sentirsi un po’ più importante di oggi, sia nella forma sia nella sostanza. Da romano e da romanista, ovviamente. Ma anche da giocatore della Nazionale, come oggi si sente a tutti gli effetti. In caso contrario, potrebbe anche valutare di andare altrove, seppur a malincuore (perché la Roma è la sua squadra e perché qui c’è Di Francesco, il tecnico a cui più di tutti è legato da stima e affetto). E con la Juventus in agguato, non è difficile pensare anche dove andrebbe a finire…
ARIA DI CHAMPIONS – Ma questo è il futuro lontano, per ora nella mente di Lorenzo conta solo quello più vicino. Che, vista l’impossibilità di giocare domani a Bologna, vuol dire andare poco più in là, spingendosi fino a Barcellona, alla Champions League, al Nou Camp. «Il Barcellona è sicuramente favorito per il passaggio del turno, ma il calcio è bello perché la palla è rotonda – continua il centrocampista della Roma –. Sappiamo che sono forti, ma conosciamo anche i nostri mezzi e cercheremo di fare del nostro meglio. Di certo non andiamo lì già come una squadra battuta. Messi a parte, mi piace tanto Busquets che è un giocatore che si vede poco, ma che fa un lavoro straordinario. Non so se riuscirà ad esserci, ma se non dovesse farcela non ci dispiacerebbe. Siamo ben concentrati, prima del Barcellona, però, bisogna pensare alla sfida di Bologna. Ci aspettano 20 giorni che decideranno la nostra stagione». E, forse, anche un pezzetto della sua. Con il cuore vuole un futuro giallorosso, con la testa deve ancora decidere.