Alla pari. Roma e Juventus giocano bene un tempo a testa e finiscono per equivalersi nei tempi regolamentari: ai rigori vincono i bianconeri, che si aggiudicano il punticino in palio. Decisivo l’errore dal dischetto di Tumminello, il baby che aveva evitato i penalty contro il Tottenham. Che non sia una normale amichevole lo si capisce già dai 22 in campo: tridente con Defrel, Dzeko e Perotti per Di Francesco e i magnifici 4 nel reparto offensivo di Allegri, Cuadrado, Dybala e Mandzukic dietro Higuain. Solo 3 i nuovi acquisti schierati dal 1′, il francese nell’attacco giallorosso, Kolarov dietro e De Sciglio nella difesa bianconera. Si gioca senza possibilità di vittoria del torneo, l’International Champions Cup se l’è aggiudicata il Barcellona qualche ora prima, battendo i rivali storici del Real Madrid, ma dal Gillette Stadium di Foxborough nessuno ha intenzione di uscire battuto. Una differenza balza subito all’occhio: c’è una squadra che gioca a memoria contro una che ha cambiato 14 tecnici negli ultimi 14 anni e sta imparando i nuovi dettami di Di Francesco. La Roma è nel pieno dei corsi estivi per presentarsi all’esame di fine agosto nel migliore dei modi e le gambe pesanti non aiutano il gioco degli esterni, punto forte del 4-3-3 del pescarese scuola Zeman: manca il dribbling e l’uno contro uno di Defrel, del Salah di turno a rompere gli equilibri, soprattutto quando davanti c’è un gruppo compatto che gioca con intensità. A scaldare i guantoni di Alisson è Dybala, a Dzeko arrivano due buoni palloni che non riesce a sfruttare: cross di Defrel, con cui fa le prove d’intesa, il bosniaco alza il piede e quasi di punta manda fuori, più tardi è Perotti a servirlo, lui va col piattone e la conclusione viene deviata da uno straordinario Alex Sandro. Il più in forma di tutti fa sparire Bruno Peres dal campo, la catena di sinistra della Juve è micidiale.
Ed è da lì che arriva il gol dei bianconeri: al 29′ Mandzukic sfugge a Fazio, Alisson in uscita non riesce a fermare il croato, bravo a segnare col mancino. Higuain si gira come al solito in area, ma gli manca l’esplosività di sempre. Kolarov si prende la responsabilità di tutti i calci piazzati e dimostra di avere un mancino educato. La squadra di Allegri gioca più in verticale, alla Roma manca il guizzo giusto. Nel secondo tempo prova ad alzare il numero dei giri, Di Francesco ripropone quasi la stessa formazione, dando respiro solo a De Rossi e Jesus. La Juve, invece, cambia molti interpreti e sembra allungarsi un po’. Dopo 6 minuti la traversa di Buffon trema sul violento sinistro di Strootman, replicano i bianconeri con una doppia chance: Douglas Costa mostra subito un altro passo e tira in porta, sulla respinta c’è Higuain, ma il destro non passa. Alisson si supera soprattutto sul secondo intervento, mostrando un’ineccepibile reattività. Nel frattempo il match si accende per un braccio largo di Dzeko sul volto di Chiellini e anche oltre Oceano si assaporano i vecchi contrasti della Serie A. Al 18′ scatta il momento di Under, Pellegrini e Gerson, mentre Allegri sfodera l’ultimo acquisto Bernardeschi, che si divora un gol. Ci pensa Dzeko, fascia da capitano al braccio ereditata da De Rossi e Nainggolan, a fare centro sul cross di Kolarov: il bosniaco si sblocca e si prende una piccola rivincita personale, visto che non aveva potuto nemmeno giocare lo scontro diretto di fine campionato. Quello di fine luglio finisce 1-1 nei 90′ e servono i rigori per decretare il vincitore: Tumminello è il primo e si fa ipnotizzare da Pinsoglio, Lichtsteiner e Barzagli fanno centro, Pellegrini e Iturbe ok col brivido, Bernardeschi sicuro all’esordio, Peres spiazza il portiere, idem Khedira, Under non sbaglia, ma nemmeno Douglas Costa. Vince la Juve ai rigori.