La tempistica rispecchia fedelmente la storia recente della società di James Pallotta. È il giorno di Paulo Fonseca, ventiquatt’ore dopo Antonio Conte. Subito in scia, dunque, di quella che è stata in primavera la prima scelta della Roma, scartata dal salentino per dire sì all’Inter. Appuntamento alle 15 nella sala Champions di Trigoria per la presentazione del 1° allenatore portoghese della storia giallorossa.
Arriva da vincente anche lui, stesso biglietto da visita del neo tecnico nerazzurro appena sbarcato a Milano: sono 7 i titoli conquistati in Ucraina nelle 3 stagioni in cui ha guidato lo Shakhtar Donesk. È qui per allungare la striscia di successi e per riabilitare la proprietà Usa ancora a digiuno nell’avventura iniziata nell’estate di 8 anni fa.
PROFILO INTRIGANTE – L’ambizione di Fonseca e l’anno zero della Roma: il cocktail è da preparare nelle prossime settimane. In campo da domani e soprattutto nel mercato. La squadra, come sa bene Petrachi, è chiaramente incompleta e dunque da assemblare. L’allenatore inizierà subito con 2 allenamenti, anche perché almeno metà del lavoro quotidiano lo dedicherà all’addestramento. La sua idea è insistere con il 4-2-3-1 offensivo che gli ha fatto incassare i complimenti, anche recentemente, di Guardiola e Sarri. Pressing e qualità che spesso il portoghese sintetizza nella parola «coraggio». Aggiungiamone un’altra: identità. Perché il suo stile è sempre riconoscibile.
RAFFICA MIRATA – Ma è il ds, rispettando quanto garantito in pubblico giovedì scorso, a doverlo mettere nella condizione ideale per esibire anche in Italia la traccia con cui ha lasciato il segno in Ucraina. Mancano ancora 5 titolari per la ricostruzione della Roma che poi, con altre entrate e uscite di assestamento, sarà rivoluzionata entro la fine dell’estate. I colpi scontati sono i 2 centrali difensivi, necessari per sostituire Manolas e per non accontentarsi di Fazio e Jesus, l’interditore di sostanza ed efficacia a centrocampo, fondamentale dopo l’addio di De Rossi e anche per non mettere subito pressione al giovane play Diawara, l’esterno offensivo, operazione obbligatoria per la partenza di El Shaarawy, e ovviamente il centravanti, perché Dzeko è ormai fuori dal progetto e Schick da solo non basta.
CURA DIMAGRANTE – Il compito più stressante di Petrachi è però lo snellimento della rosa che indirettamente diventa utile anche per la riduzione del monte ingaggi. Tra oggi e domani arriveranno a Trigoria diversi giocatori che di sicuro, più avanti, non accompagneranno poi il portoghese nella nuova avventura. Dzeko, atteso stamattina per le visite mediche, è il più rappresentativo, ma dietro al centravanti la lista dei cedibili è comunque abbondante: Olsen, Karsdorp, Marcano, Bianda, Nzonzi, Gonalons, Gerson, Coric e Defrel.
Arriveranno più tardi (il 22 luglio) gli Under 21 Pellegrini e Zaniolo e, di ritorno dalla Coppa d’ Africa, Diawara, eliminato ieri dall’Algeria. Esentato, nella fase iniziale del ritiro, anche Riccardi. Fonseca cercherà di sfruttare questi primi giorni di lavoro per valutare alcuni calciatori in esubero che magari potrebbero fargli comodo. Questo, però, non vuol dire che rinuncerà a quanto chiesto in partenza al ds: il tecnico, proprio come i tifosi, vuole che la Roma sia competitiva. Da subito.
FONTE: Il Messaggero – U. Trani