Le risposte dei numeri: la Roma non faceva 30 tiri verso la porta da quattro anni e mezzo. Dopo i dubbi di una settimana compressa, Eusebio Di Francesco può cancellare la «negatività» registrata tra i tifosi (ma i 30.000 che erano all’Olimpico hanno tifato e applaudito dall’inizio alla fine) e guardare con maggiore serenità alle prossime partite. Il Verona gli ha fornito un prezioso supporto, consegnandosi senza nemmeno lottare, ma il gioco è sembrato finalmente efficace nonostante le cinque seconde linee schierate dall’inizio. «Ma io non le chiamerei alternative – spiega Di Francesco – Da Pellegrini, che mi conosce meglio degli altri e che io conosco meglio degli altri, a Ünder che ha dimostrato grandi qualità da esterno, sono tutti giocatori bravi. Il turnover è stato positivo e continuerà. La Roma nel suo complesso si è espressa bene e di questo sono soddisfatto». Stavolta gli è piaciuta la fase offensiva: «Siamo stati bravi. E non era facile, a dispetto delle apparenze. Lo dimostrano i numeri dei 30 tiri. Costruivamo da una parte ed entravamo dall’altra, come è giusto fare».
RILANCI – E’ stato merito soprattutto di Florenzi, che tornava in campo dopo 11 mesi: «Sono felicissimo del suo rientro. Questa era la partita adatta, anche se pensavo di farlo giocare a Genova. Colpisce la sua personalità, è uno che rischia facendo le cose semplici». Nel finale si è visto anche il nuovo acquisto Schick: «Potrà fare il centravanti e anche l’esterno, ma ora non è pronto per giocare dall’inizio. Le sue qualità sono di altissimo livello. Ha caratteristiche particolari, che mi consentiranno di modificare l’assetto».
SERENO – Sembra di epoca paleolitica il dissidio a distanza con Dzeko. Di Francesco sorride: «Io sono qui per facilitare i giocatori. Non per metterli in difficoltà. Per essere grandi bisogna lavorare tutti insieme. Dzeko lo ha capito, si è messo a disposizione della squadra e ha avuto tante occasioni per segnare. E poteva fare altri gol. Se poi gli altri giocatori collaborano, Edin sarà più contento…».
LITE – Eppure, anche alla fine di una partita felice, c’è stato un diverbio tra calciatori: Gerson e Bruno Peres. Di Francesco minimizza: «Si sono presi un po’ in giro, c’è stato qualche buffetto. Cose da calciatori. Come in tutte le famiglie, ci si arrabbia per nulla a volte. Ma l’episodio conta poco. Se resteremo spensierati ci toglieremo grandi soddisfazioni».