La Roma è settima in classifica e c’è una spiegazione facile: ha vinto una partita delle ultime sei di campionato. Oggi a Cagliari l’ennesima occasione per cambiare marcia in una stagione di stenti, con più «scendi» che «sali», dove i pareggi di Napoli, Firenze e contro l’Inter sono stati tra le notizie migliori, ma sempre tre punti hanno portato. I giallorossi faticano a vincere e segnare in trasferta (solo 6 gol in 7 match esterni) e ci riprovano su un campo storicamente difficile, dove quest’anno non ha ancora vinto nessuno. L’unica sconfitta interna dei sardi nelle ultime dieci sfide è proprio quella con la Roma alla fine dello scorso campionato, che regalò a Di Francesco complice la sconfitta cinque giorni dopo dell’Inter col Sassuolo la certezza di rigiocare la Champions.
L’obiettivo minimo del recente passato è diventato il massimo del presente, con una squadra trasformata, ringiovanita e ancora in fase d’assestamento. Neppure oggi il tecnico potrà puntare sulla forza dei leader, restano fuori De Rossi, Dzeko, Lorenzo Pellegrini a cui si aggiunge il probabile forfait di Manolas, tocca quindi di nuovo alla Roma dei giovani non fallire un’altra chance che ha i contorni dell’ultima chiamata per restare sul treno Champions: Zaniolo sulla linea dei trequartisti con ai lati Under e Kluivert, Schick al centro dell’attacco per la quinta volta consecutiva, Cristante in mediana al fianco di Nzonzi.
Stavolta almeno possono dare una mano più consistente dalla panchina Perotti e Pastore. «Ci aspetta una gara importante sottolinea Di Francesco per dimostrare il salto mentale, quello auspicato che ci è mancato tante volte». Si torna sempre lì, alla testa individuata come problema principale, ma non l’unico. «Dobbiamo migliorare diverse cose prosegue l’allenatore anche nelle scelte finali. Non puoi pretendere tutto e subito come ognuno di noi vorrebbe, dobbiamo essere un pochino più bravi a proteggere la linea difensiva con i centrocampisti e concedere il meno possibile agli avversari».
Battute a parte su pellegrinaggi al Divino Amore e preghiere varie, Di Francesco torna anche sui torti arbitrali che non aveva commentato dopo Roma-Inter. «Se dovessi dire delle cose mi sto creando degli alibi e non li voglio. Obiettivamente, però, ci sono stati tanti errori nei nostri confronti, dispiace perché si è parlato tanto della disponibilità del Var, perché non farsi aiutare? Questo è il rammarico più grande. Sono state dette diverse cose, forti e meno forti, ma il concetto è lo stesso: si chiede scusa, ma ci rimette l’allenatore. Mi auguro che d’ora in poi accadano il meno possibile». Dall’altra parte c’è il Cagliari di Maran, senza Barella squalificato ma con un Pavoletti «che conosco bene – ricorda Di Francesco – avendolo allenato due anni al Sassuolo: dobbiamo stare molto attenti». Il gol concesso su corner a Icardi insegna.