La Roma comincia finalmente a divertirsi: 3 a 0 contro il Verona per gli applausi dei trentamila dell’Olimpico. Dzeko si ricorda di essere il capocannoniere dello scorso torneo e firma la prima doppietta della stagione, così come Nainggolan, pur giocando più dietro di un anno fa, riprende a segnare ed è decisivo con il primo gol della serata. Di Francesco, approfittando anche della crisi del collega Pecchia, ottiene i 3 punti che sistemano al momento la classifica e va a dama cambiando mezza squadra. I panchinari chiamati in campo convincono almeno quanto le mosse del tecnico.
ROTAZIONE NECESSARIA – Florenzi, dopo quasi undici mesi, ricomincia da terzino, come nell’ultima partita giocata a Reggio Emilia il 26 ottobre 2016.Ma è la prima dall’inizio, in questa stagione, anche per Pellegrini e Under. Sono tre delle cinque novità nella formazione di partenza: con loro entrano anche Fazio ed El Shaarawy. Di Francesco, insomma, è di parola e, dopo il calo della Roma nella ripresa della gara contro l’Atletico, vara il turnover extra large per preservare alcuni titolari e al tempo stesso inserire interpreti più freschi. In panchina, con il debuttante Schick, finiscono Peres, Jesus, Strootman, Defrel e Perotti. Il maquillage del tecnico funziona perché, intervenendo in ogni settore, fa ritrovare la brillantezza alla squadra. E senza però rinnegare il 4-1-4-1 che garantisce più equilibrio (terza gara su quattro giocate senza prendere gol) e che in fase offensiva si riavvicina sempre e comunque al 4-3-3, con De Rossi che resta però basso davanti Manolas e Fazio. Si alzano, invece, i terzini, in particolare Florenzi.
IDENTITÀ PIÙ CHIARA – La traccia di Di Francesco, anche grazie ai nuovi interpreti, è finalmente riconoscibile. Il ritmo sempre alto e la ricerca continua della verticalizzazione ravvivano Dzeko che ha subito due chance di primo piano in cui si perde il pallone però sul più bello. Ad accendere la Roma, in campo con la terza maglia (marrone), è la catena di destra: Florenzi che arriva da dietro, Pellegrini che recita a memoria il calcio dell’allenatore e Under che libera la fascia per l’inserimento dei compagni. E, guarda caso, a buttarsi in quello spazio è proprio Florenzi. Under colpisce il palo calciando forte di destro e, sempre su quel lato, la Roma costruisce il vantaggio proprio nel momento in cui la pioggia è più violenta. Ad iniziare l’azione è addirittura Dzeko. E, a chiuderla, è Nainggolan che, di sinistro, fa centro su assist di El Shaarawy a metà tempo. Su cross di Florenzi, quindi ancora da destra, il raddoppio di Dzeko. Il 4-2-3-1 di Pecchia è sicuramente fragile e anche statico. Ma il coro giallorosso piace proprio perché spigliato e allegro. Il pubblico apprezza. Pairetto, tanto per non sbagliarsi, si perde il fallo da rigore di Ferrari che stende in area Dzeko.
TEST SUPERATO – La Roma, partendo forte nella ripresa, dimostra di essere in crescita anche nella condizione atletica. Martedì scorso, in Champions, crollò al rientro in campo dopo l’intervallo. Dzeko concede il bis su invito di Kolarov e chiude il match in poco più di un’ora, prima di ritrovarsi in superiorità numerica per l’espulsione, doppio giallo, di Souprayen che costringe i compagni a difendersi con il 4-4-1: il centravanti è Pazzini, entrato tra i fischi al posto di Kean. Lui e gli altri cambi di Pecchia, Verde e Fossati, non migliorano il Verona che in 4 gare di campionato ha già incassato 11 reti, confermandosi dunque la peggior difesa della serie A. Di Francesco prosegue la rotazione pure in corsa e fa debuttare Schick, da esterno destro, togliendo Under, dà spazio a Gerson, fuori Nainggolan, e regala l’esordio pure a Moreno, richiamando in panchina Manolas. I giallorossi non infieriscono e si accontentano del primo successo casalingo della stagione. Schick, ancora non al top, usa invece il finale del match per approfondire la conoscenza del nuovo ruolo.