Alla fine Spalletti ci ha messo una toppa così, dando quasi 48 ore di riposo alla squadra. Meglio «staccare», mettere via le tossine, quelle nei muscoli e quelle nella testa. Se poi la Roma sia davvero stanca o meno, forse lo si capirà giovedì, a Lione. Anche se gli indizi, tra Lazio e Napoli, portano un po’ tutti lì. «Non siamo stanchi. Abbiamo giocato male la palla e accorciato male – dice Spalletti –. Ma parlare di stanchezza peggiora solo la situazione, non ho né vantaggi né meriti a dirlo. E poi il finale di gara ci dice che non è così». Insomma, sembra uno Spalletti desideroso di spazzare via ogni alibi ai giocatori, sgombrando il campo dalle scuse. Ma che poi la Roma non sia più brillante come prima se ne rendo conto anche lui, eccome.
AMMISSIONI – Del resto, a fine gara le ammissioni arrivano anche altrove, da latitudini diverse. Anche se in modo confuso e spesso contradditorio. Come nel caso di Diego Perotti, che balla tra una conferma («Può essere che un po’ di stanchezza ci sia, stiamo giocando così tante partite ravvicinate e di grande intensità che le energie se ne vanno via. Ma non deve essere un alibi, ora dobbiamo pensare a difendere il secondo posto») e una smentita («Non siamo stanchi, semplicemente abbiamo trovato due squadre come la Lazio e il Napoli che stavolta hanno fatto meglio di noi»). Più esplicito, invece, il d.s. Ricky Massara: «Forse un po’ di stanchezza l’abbiamo accusata, è vero, nel primo tempo abbiamo risentito del giorno di riposo in meno rispetto al Napoli. Ma alla distanza siamo cresciuti e nella ripresa abbiamo messo in seria difficoltà il Napoli. Scudetto chiuso? Dipenderà da quello che fa la Juve a Udine, ma pensare ad un campionato chiuso in Italia con 11 gare ancora da giocare mi sembra un po’ prematuro».
ALTALENA – Già, anche se poi la Juve sembra avere davvero un altro passo. E, soprattutto, non accusa quei passaggi a vuoto che prima il Napoli e ora la Roma hanno dovuto vivere sulla propria pelle. Se non è un problema di stanchezza, è un problema di uomini, di ricambi, di alternative (Fazio, ad esempio, sul cambio ieri voleva restare ancora dentro per sfruttare l’angolo). Che poi, di fatto, è la stessa cosa, perché se poi sono costretti a giocare più o meno sempre gli stessi… «Ma fino a una settimana celebravamo un po’ tutti la Roma di Milano e ora non va più bene – chiude il d.s. Massara –. Noi restiamo sereni, vogliamo vincere un trofeo». E allora, per le risposte e qualche indizio in più, appuntamento a Lione.