Proviamo a immaginare la Roma secondo le idee di Di Francesco. Calcio propositivo, un dogma tattico dal quale difficilmente si discosterà: 4-3- 3 tutta la vita, in allenamento Eusebio non lavora mai su un altro sistema di gioco. Il nuovo tecnico giallorosso sta lavorando con Monchi per definire l’organico di cui ha bisogno per sviluppare il suo calcio. Che prevede palla in verticale, scarico, attacco alla profondità. Due passaggi orizzontali sono troppi. Per mettere in pratica questi principi fondamentali ha bisogno di centrocampisti che verticalizzano, esterni difensivi che coprono tutta la fascia e quelli di attacco interscambiabili, gli cambia spesso posizione, per non dare riferimenti agli avversari. Hanno funzionato molto bene Berardi e Sansone, che poi è stato ceduto. Il centravanti deve essere di movimento. Dzeko partecipa parecchio alla manovra, dovrà accentuare questa attitudine. Di Francesco non vuole una prima punta statica, nel suo gioco il centravanti deve fare movimento per aprire gli spazi per gli inserimenti. Ma deve anche attaccare sempre la porta. Al Sassuolo nell’ultima stagione Matri non faceva in pieno questo tipo di gioco. Negli schemi offensivi di Di Francesco, un attaccante va sull’esterno, uno attacca il primo palo, l’altro il secondo. Le tre punte devono muoversi in maniera coordinata.
I MOVIMENTI – Il centrale di centrocampo ha il compito di prendere palla e verticalizzare, mentre le mezzali devono cercare l’inserimento e sfruttare il movimento sulle fasce degli attaccanti esterni e dettare il passaggio. Il 4-3-3 ha un limite: si fatica ad andare a marcare il play della squadra avversaria. De Rossi, nel ruolo di centrale, avrà il compito di verticalizzare subito l’azione. A quasi 34 anni si dovrà gestire, Paredes è il suo alter ego, ma è un po’ lento, ci si dovrà lavorare. Con un centrale basso che ha sempre la pressione degli avversari addosso, anche uno dei due centrali difensivi deve essere abile a impostare. Questa caratteristica ce l’hanno Fazio e Moreno più di Manolas e Rüdiger. Nella fase difensiva Di Francesco vuole tanti giocatori nella zona della palla per recuperarla. Il riferimento principale per la difesa è il pallone, non gli avversari. Se un terzino attacca, l’altro resta vicino ai difensori centrali. In una squadra di vertice come la Roma, rispetto al Sassuolo, i due esterni possono sganciarsi di più.
FLORENZI – Appena sarà pronto l’azzurro potrà avere una duplice valenza nello scacchiere di Di Francesco: attaccante esterno o centrocampista. Per dispendio di energie richiesto ai centrocampisti, la nuova Roma avrà bisogno di una coppia di giocatori per ogni ruolo. A centrocampo al momento le coppie sarebbero le seguenti: De Rossi–Paredes, Pellegrini-Strootman, Nainggolan-Florenzi, con l’azzurro che può scalare anche più avanti. In attacco le coppie sono da costruire: Perotti-El Shaarawy a sinistra, a destra un vice Salah e Florenzi, Dzeko e un’alternativa giovane. Il nuovo tecnico predilige esterni che vanno all’uno contro uno, in questo Perotti si fa preferire. Il portiere nelle squadre di Di Francesco deve saper giocare con i piedi, per passare sempre il pallone al compagno più vicino. Il tecnico abruzzese non vuole mai il lancio lungo.