Percorso netto doveva essere e percorso netto è stato. Nove punti, 10 gol fatti, appena uno incassato, tanto orgoglio da mettere in mostra perché, dice Radja Nainggolan, «ci sono arrivate critiche un po’ troppo premature». E allora via, spazzate da gol, assist, giocate e turnover, in attesa di test più probanti, che si chiamano Qarabag in Champions (squadra di livello basso, ma stadio quasi tutto esaurito e ambiente caldo), Milan e, dopo la sosta, Napoli, Chelsea e Torino. Sfide di qualità e quantità, quelle che la Roma si prepara ad affrontare con tutte le certezze messe insieme in questa settimana. E pazienza se Verona, Benevento e Udinese fin qui sono state tra le squadre con meno punti e gioco del campionato, la storia del club giallorosso è ricca di partite – e stagioni, e anche trofei – gettate al vento con squadre di livello inferiore. «Lo scudetto si vince con le piccole», sentenziò una volta Capello. Negli anni gli hanno fatto eco più o meno tutti. Ci crede anche Nainggolan, uno che ha messo la grinta dove la gamba quasi non arrivava per il passaggio a Dzeko. «Dateci tempo e ci divertiremo», dice il belga. Sorridente, all’Olimpico insieme al suo allegro e colorato clan, che lo segue in tutto e per tutto allo stesso modo di come la Roma sembra seguire Di Francesco. «Si vedono i miglioramenti sia da vanti sia dietro, anche se abbiamo preso gol per colpa nostra. Ma giocando ogni tre giorni ci può stare».
PEROTTI: 10 PUNTI Adesso arriveranno partite più complicate, a fare la differenza saranno «gli scontri diretti, conteranno per noi, ma anche per tutte le altre – analizza Nainggolan –. Dobbiamo continuare su questa strada e far vedere certe co se anche contro avversari più blasonati. Sarà una bella lotta». Che la Roma affronterà con 22 titolari, come ci tiene a ribadire sempre Di Francesco. E se da qualcuno, vedi Moreno, ancora non sono arrivate risposte con vincenti, da qualcun altro il tecnico è stato rassicurato. Anche se i 10 punti alla gamba di Perotti lo mettono a rischio per Baku e forse per Milano.
CHI C’È, CHI ARRIVERÀ In attesa di Schick, Karsdorp ed Emerson, El Shaarawy ha messo da parte i fastidi (fisici e non) dell’estate, Gonalons ha fatto vedere di poter essere una valida alternativa a De Rossi, Pellegrini non ha fatto rimpiangere Strootman, persino Gerson ha avuto un paio di occasioni. Florenzi, poi, sta tornando ai suoi livelli, anche se ieri ha faticato parecchio, e giusto Kolarov, a sinistra, sembra non avere un valido sostituto. Arriverà, tra un paio di mesi. E chissà che quel giorno il divertimento di cui parla Nainggolan non sia addirittura aumentato.