Calciatore, team manager, presto allenatore. Si avvia al completamento lo strepitoso cursus honorum di Eusebio Di Francesco nella Roma. E’ lui il candidato forte per la successione di Spalletti, che ha comunicato l’addio ai suoi dirigenti e si sta legando al progetto dell’Inter. Di Francesco è stato contattato più volte, ha avuto almeno un incontro con un emissario molto autorevole di Pallotta nelle scorse settimane, e ha dato la disponibilità ad assumere la guida della squadra.
ACCELERATA – Di Francesco è il nome che ha messo d’accordo più o meno tutti, a Trigoria e non solo: Baldini ne ha apprezzato la crescita graduale al Sassuolo, Monchi è stato conquistato dal suo gioco offensivo mentre gli altri dirigenti sono contenti di una scelta molto “italiana” che miri alla valorizzazione dei calciatori giovani senza imporre un programma di lavoro differente. Il passato romanista, e quindi anche il senso di appartenenza più volte manifestato, è stato un motivo in più per considerarlo, ma non la ragione principale.
OPZIONI – L’orientamento che ormai ha preso piede, condiviso dal presidente Pallotta che segue dagli Stati Uniti l’evolversi della situazione, è stato determinato dalle scelte di Spalletti, ma anche dalle tante incognite (alcune non controllabili) legate a Unai Emery. Già vincolato alle mosse del Psg, che deciderà l’eventuale cambio dopo la finale di Coppa di Francia da giocare a fine mese con l’Angers, Emery rappresenterebbe comunque un’importazione a rischio, avendo bisogno di tempo per conoscere la Serie A. Paulo Sousa invece, il terzo uomo sulla lista della Roma, è stato valutato, è stato apprezzato ma di fronte al ballottaggio con Di Francesco è stato lasciato sullo sfondo.
RAPPORTI – Di Francesco, che ovviamente ieri sera sull’argomento ha glissato durante la consegna di un premio, incontrerà il Sassuolo sabato, alla vigilia dell’ultima giornata contro il Torino e alla presenza del patron Squinzi. In quella sede dovrebbe comunicare alla società l’intenzione di interrompere il rapporto, che da contratto scadrebbe nel 2019. Finora i dirigenti, pure annusando l’aria, non sono stati informati della sua volontà. Ma nessuno creerebbe problemi, a dispetto della clausola rescissoria da 3 milioni. Il Sassuolo lascerebbe libero il suo allenatore qualora arrivasse la chiamata di una grande squadra: era l’accordo implicito che Di Francesco ha sempre posto come condizione per continuare il suo lavoro. Peraltro i rapporti commerciali tra Roma e Sassuolo, da Pellegrini a Mazzitelli e le loro clausole di riacquisto, dall’ala Federico Ricci (che il direttore tecnico Angelozzi è pronto a riscattare) alla punta Defrel che è nel mirino di Monchi, solo tali e tanti da escludere mai un intoppo di natura economica sulla questione dell’allenatore.
COMMIATO – E’ a un passo dalla fine dunque, dopo cinque stagioni storiche con partenza silenziosa in Serie B e approdo spettacolare in Europa, l’esperienza di Eusebio Di Francesco tra le piastrelle del signor Mapei. A un certo punto sembrava tentato dalla Fiorentina, Di Francesco, ma invece è vicino all’abbraccio della Roma, la squadra nella quale ha vissuto il periodo più felice della carriera di calciatore e anche una breve coda da dirigente, in panchina come team manager nella prima stagione di Luciano Spalletti (2005/06). Per un curioso incrocio della vita stavolta prenderebbe il suo posto. Quando i due giocavano, nel 1991 ad Empoli, era successo il contrario: Di Francesco centrocampista venne rimpiazzato da Spalletti centrocampista.