C’è un filo sottile che unisce due incredibili magie del calcio: dal tacco di Mario Rui per mandare una palla in calcio d’angolo all’86’ di Roma-Genoa, ultima gara dello scorso campionato, al piedone di Bruno Peres sulla linea della porta di Kharkhiv. Senza le due giocate degli anti-divi, che hanno evitato gol praticamente fatti dagli avversari nel finale di partite cruciali, il sogno di giocare i quarti di Champions non esisterebbe. Invece è tutto vero, anche grazie a Mario e a Bruno. A Perotti e a Dzeko. Ad Alisson e a Under. A Spalletti e a Di Francesco. A Sabatini e a Monchi. La Roma ringrazia tanti protagonisti e si gode un traguardo costruito anno dopo anno. Ritorno in Champions grazie al campionato 2013-14, la prima campagna europea chiusa con rimpianti al girone, la seconda interrotta dal Real agli ottavi, poi il brusco stop ai preliminari col Porto fino all’impresa completata martedì scorso contro lo Shakhtar Donetsk, in un Olimpico pieno di passione. Dieci anni dopo i giallorossi sono lì, tra le otto regine d’Europa, e si sono ricostruiti una credibilità internazionale a suon di vittorie. Nessuno s’aspettava quelle nel girone di ferro con Chelsea e Atletico chiuso al comando, non era affatto scontata quella contro gli ucraini molto più esperti a certi livelli. La Roma ce l’ha fatta e adesso sogna che il bello debba ancora venire. Il ranking Uefa segna già la crescita: dal 37° posto di inizio stagione, i giallorossi sono risaliti almo mento al 24°. La società, intanto, si scopre più ricca. Dati ufficiali alla mano, martedì sono saliti a 81 i milioni di euro incamerati dalla Champions quest’anno tra bonus d’ingresso, premi per le performance sul campo, quota di market pool e incassi al botteghino.
La gara con lo Shakhtar (48mila spettatori) ha fruttato 2.7 milioni. A questi va aggiunto un altro teso retto garantito di almeno 3 milioni o forse più: quelli che la Roma conta di ottenere vendendo i biglietti della sfida casalinga dei quarti. E siamo a 84. Per arrivare a un numero in tripla cifra da 100 in su la squadra dovrà compiere un miracolo sportivo: avanzare alle semifinali. In quel caso, al club di Pallotta andrebbero 7.5 milioni di bonus qualificazione, altri 3 circa di market pool (dipenderebbe dall’eventuale passaggio della Juve) e un ulteriore botteghino da record. Alla Roma basta e avanza quanto fatto finora per programmare il futuro. Mai in passato aveva guadagnato tanto dalla Champions in una singola stagione, soldi utili per abbassare la cifra della plusvalenza comunque necessaria sul mercato entro giugno. Monchi potrà quasi certamente evitare la cessione «frettolosa» di Alisson (Pallotta vorrebbe tenerlo qui) e non a caso ieri non ha incontrato il procuratore del portiere passato per Trigoria dove ha sistemate alcune pendenze del passato. Del futuro di Alisson e tutti gli altri si riparlerà con calma, adesso c’è un sogno da continuare tutti insieme. Compreso il piedone di Bruno Peres.