Pietro ha 76 anni e da 71 segue la Roma. Sempre allo Stadio. “Fu mio zio a trasmettermi questo amore qua. Ma devo tanto anche a Dante”.
Dante è Dante Ghirighini. Il papà del “Daje Roma daje”. C’è anche lui nella testimonianza di passione che ci fa Pietro Ciucci.
A portarla all’attenzione del Club è la figlia Claudia, che nei commenti al post Facebook su Gateano Alegiani, abbonato alla Roma dal 1964, ci ha scritto: “Grande Gaetano! Anche mio padre Pietro è del 1948 ed è abbonato dal 1963. L’AS Roma è la sua ragione di vita”.
Pietro inizia ad andare e non si ferma più. Da ragazzo lo passa a prendere sotto casa Dante Ghirighini: “Era amico di mio padre. Salivo a bordo della sua Vespa e andavamo in Curva Sud”. Crescendo, passa in Tribuna: “Un anno di Monte Mario, ingresso numero 10, poi sempre in Tevere”. Pietro ha continuato ad abbonarsi anche quando dopo i 60 anni ha accusato dei problemi di salute.
“Io mi sono sempre abbonato a prescindere dalle aspettative di inizio stagione. La Roma è una fede che non va mai messa in discussione. Specie durante la partita”.
Il suo romanismo ha abbracciato più generazioni di Roma: “Ho provato un grandissimo amore per Giacomino Losi, ma anche per “Kawasaki” Rocca. Francisco Lojacono era un mostro, un calciatore di una tecnica incredibile. E sono stato legato a Peppe Giannini. E non penso che ci sia bisogno che citi Totti”.
Casa e trasferta. Pietro ha cercato di seguire la Roma anche lontano dall’Olimpico. “Sono andato ovunque: Brugge, Monaco di Baviera, Valencia, Barcellona…”. Quella Barcellona dove il genero Fabio aveva messo su un Roma Club nel pub che gestiva. Pietro sbotta a ridere: “Era pieno di romanisti. Pareva la Sud!”.
A un tifoso che va allo stadio senza soluzione di continuità dal 1953 chiediamo cosa sia la Roma per lui. “Io la metto davanti a tante cose. È una passione che può capire solo chi la vive. Capisco che chi non ce l’ha possa pensare che uno come me sia matto, ma non credo di essere l’unico. Come le dicevo prima, sono convinto che sia davvero una fede”.
Una fede che Pietro ha provato a conciliare con gli impegni della vita: “Nell’83 ho organizzato il ricevimento per il battesimo di uno dei miei tre figli sulla Cassia, così subito dopo pranzo sono potuto andare a vedere Roma-Juve all’Olimpico”. La terzogenita è Claudia, mentre gli altri due sono Piero – “l’ho chiamato così per Pierino Prati” – e Roberto: “Vabbé, manco glielo devo dire che l’ho fatto in onore del Bomber”.
FONTE: asroma.com