Dopo aver già giocato due partite del girone di ritorno, la Roma di Eusebio Di Francesco conclude l’andata con il recupero della terza giornata a Marassi contro la Sampdoria, rinviata a settembre per maltempo.
Il tecnico giallorosso, nonostante le voci di mercato che vorrebbero Dzeko già a Londra alla corte di Antonio Conte, punta sul bosniaco per guidare un attacco inedito composto oltre che dal numero 9, dal turco Under e dal rientrante Defrel, a sostituire gli infortunati Perotti ed El Shaarawy.
Sono invece rimaste invariate, rispetto alle previsioni della vigilia, le linee difensiva e mediana composte da Florenzi, Manolas, Fazio e Bruno Peres, indifesa di Alisson la prima; mentre Strootman, Nainggolan e Pellegrini hanno guidato il centrocampo, con gli ultimi due che hanno stretto i denti per essere della partita e sopportare delle noie muscolari che li hanno investiti nelle ultime ore.
A Marassi, la Roma non riesce ad andare oltre il pareggio, risultato fortemente condizionato dall’episodio del calcio di rigore assegnato alla Sampdoria nei minuti di recupero del primo tempo da Orsato dopo il consulto della VAR. L’azione in questione, prima del fallo di mano di Kolarov che ha scaturito il rigore è viziata da un fallo su Strootman sul lato corto dell’area doriana che il guardalinee ha prontamente segnalato senza però essere ascoltato da Orsato.
A pensar male si fa peccato si è soliti dire, ma tra il fischietto di Schio, Strootman e la Roma sembra esserci un conto aperto; il centrocampista infatti è colpevole del “tuffo” con cui ha “ingannato” l’arbitro nel derby dello scorso anno e da quel giorno sembra che l’arbitro non saluti nemmeno più il centrocampista quando si incrociano tra campo e spogliatoi.
Non solamente questo farebbe pensare a una sorta di malafede di Orsato; nel corso di questa stagione è la terza volta che penalizza la Roma: la prima alla seconda giornata contro l’Inter, nell’occasione Orsato era al VAR e non ha reputato opportuno attirare l’attenzione dell’arbitro per rivedere un fallo da rigore netto su Perotti. Il secondo caso riguarda la gara contro il Sassuolo dove il fischietto ha annullato ai giallorossi due reti, il primo per un fuorigioco micrometrico di Dzeko. Questi sono semplicemente i fatti e la Roma ha sicuramente altri problemi più importanti a cui pensare che a ipotetiche dietrologie arbitrali.
Tornando al campo, i giallorossi hanno mostrato dei miglioramenti rispetto all’involuzione dell’ultimo mese riuscendo anche a proporre a tratti buone trame di gioco, non riuscendo però a portare a casa i tre punti. Il pareggio è arrivato nel finale grazie a quel Dzeko che per molti avrebbe già dovuto avere la testa a Londra, ma che, con un pizzico di nervosismo in più del solito, è sceso in campo e ha fatto il suo dovere da grande professionista qual è.
Nota lieta della serata l’esordio con assist del giovane classe ’99 Antonucci, che avrebbe anche potuto segnare se non si fosse leggermente impaurito da Dzeko che gli contendeva un cross.
Nell’ultimo mese la Roma sembrava essere entrata in un tunnel che nelle ultime settimane cominciava a diventare sempre più lungo e buio ma la partita di Genova ha messo in mostra come i ragazzi comincino a vedere l’uscita e la luce da raggiungere già domenica, ancora contro la Samp.