Il derby d’andata, lo scorso 29 settembre, ha indicato la nuova via alla Roma. Di oggi e anche di domani. Il tacco di Pellegrini al posto di quello di Pastore. La sostituzione in campo, nella finalizzazione e anche nella stagione. Perché, quel pomeriggio, Di Francesco ha scelto il giovane del vivaio e scarta il big spesso infortunato. Proprio contro la Lazio, insomma, è ufficiale la promozione del centrocampista di Cinecittà e l’accantonamento del Flaco.
Ma la virata appartiene alla squadra e non al singolo. Perché, da quel giorno, la squadra diventa più italiana, con il coinvolgimento di chi è cresciuto nella Capitale o comunque nel nostro Paese. L’allenatore, in sintonia con Monchi, ha deciso gradualmente di dar spazio, anche in contemporanea, a Luca Pellegrini e non solo a Lorenzo, a Santon, Zaniolo, Cristante, El Shaarawy, mettendoli spesso accanto ai capitani De Rossi e Florenzi. Pure Mirante, approfittando di qualche stop di Olsen, è stato titolare. E in Coppa Italia ha debuttato il pischello Riccardi, centrocampista classe 2001.
NUOVO CORSO – Di Francesco, dunque, è arrivato a utilizzare 10 italiani nelle 34 partite stagionali, dando forza al progetto del ds che in estate ha allargato il gruppo azzurro con Cristante e Zaniolo (in più ha preso Mirante e Santon come ricambi). Monchi potrà anche dire addio a giugno, interrompendo con 2 anni d’anticipo il suo rapporto con il club giallorosso per trasferirsi all’Arsenal, ma di sicuro lascerà al suo successore (tra i candidati non va escluso Ausilio) il piano per la Roma che verrà. Già bloccato il difensore centrale Mancini dell’Atalanta: sarà lui il prossimo azzurro che sbarcherà a Trigoria.
Non l’unico: trattative in corso per i centrocampisti Locatelli e Sensi del Sassuolo, Tonali del Brescia e magari pure per Barella del Cagliari. E, sempre della squadra di Maran, piace anche il portiere Cragno. Obiettivi di primo piano e anche complicati da centrare. Questo sta significare che l’attuale sterzata non sarà certo azzerata in futuro. L’allenatore, giovani o senatori che siano, si fida. E lo ha dimostrato quando ha chiamato in causa i 10 italiani di una rosa che, contando pure i giovani Fuzato e Bianda (non l’ex Strootman che comunque ha giocato il 1° match di questo torneo), accoglie 16 stranieri e, da gennaio, non ha più Luca Pellegrini, girato in prestito al Cagliari.
RECORD IN EUROPA – Sembra lontanissima la notte del 31 agosto, quando a San Siro contro il Milan, Di Francesco schierò De Rossi accanto a 10 stranieri. Il capitano e basta. E’ vicina invece quella del 12 febbraio, all’Olimpico nell’andata degli ottavi di Champions contro il Porto, con 7 italiani nella formazione di partenza (l’ultimo fu Conte con la Juve, sempre 7 e ancora nella prestigiosa coppa continentale, per la partita a Copenaghen del settembre 2013). Il primato stagionale nella sfida più importante, a conferma di quello che è il nuovo percorso. Apprezzatissimo dalla gente e dal ct Mancini.
Titolari, contro la squadra di Coinceçao, sono stati Mirante, Florenzi, Cristante, De Rossi, Lorenzo Pellegrini, Zaniolo ed El Shaarawy. E, nel finale, dentro Santon, cioè l’ottavo, anche se al posto di Zaniolo. L’Italia, dunque, al centro della Roma. Che, anche sabato contro la Lazio, in campo continuerà a parlare più la nostra lingua che le altre. Possibile l’en plein di centrocampisti: De Rossi insieme con Cristante e Pellegrini. E con Zaniolo che, al debutto nel derby, è pronto a sistemarsi a destra, da esterno alto. A loro si aggiungono altri 2 azzurri: Florenzi in difesa ed El Shaarawy in attacco.