Circa 120 milioni di euro di investimento in opere pubbliche, quelle rimaste dopo il dimezzamento delle cubature di cemento praticata da Raggi sul progetto targato Marino. Ma al massimo 42, destinati alla Roma-Lido, saranno necessari per procedere all’apertura del nuovo Stadio della Roma. Lo stabilisce la delibera di pubblico interesse appena approvata in giunta ed ora al vaglio delle commissioni. I 42 milioni sono finalizzati «al miglioramento dell’offerta e del servizio di trasporto pubblico su ferro attraverso il revamping/acquisto di treni sulla ferrovia Roma-Lido», è scritto sul documento. «La parte residua del contributo potrà essere utilizzata, in tutto o in parte, per far frontea gli eventuali maggiori costi e/o nuove opere pubbliche». In più, «dovrà essere assicurata la contestualità dell’esercizio del trasporto pubblico su ferro nei termini sopra riportati al momento della prima utilizzazione pubblica del nuovo Stadio». In pratica per aprire lo stadio basterà prima restaurare qualche treno (quanti non è specificato) della linea più malandata d’Italia, ammesso che l’amministrazione non decida di dirottare i fondi su altre opere (quali non sono specificate). Se consideriamo anche l’affaire ponte dei Congressi, opera data per scontata nella relazione tecnica in allegato ma ancora nel mezzo di una complicata Conferenza dei servizi e con una bolla negativa da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, si capisce come la delibera di pubblico interesse sia già pericolante.
Nella 132 di Marino si faceva riferimento ad una doppia possibile operazione sul fronte ferro: o il prolungamento della metro B, un’opera da 50 milioni, oppure il potenziamento della Roma-Lido con 15 treni di ultima generazione. Dopo il restyling del progetto da parte di Raggi il numero dei treni è scomparso, al suo posto è stato introdotto anche il concetto di revamping dei convogli già esistenti e la possibilità di utilizzare parte dei fondi per altre opere pubbliche non specificate. I Municipi X e XI sono intenzionati a dare il loro sì ma solo dopo aver prodotto delle osservazioni. C’è insomma un problema sui trasporti, sicuramente più importante di quello che già aveva fatto discutere il progetto Marino in Conferenza dei servizi. E potrebbe scattare anche un allarme sul fronte sicurezza: come assicurare flussi e deflussi dall’area senza certezza tecnica del ponte dei Congressi e con un investimento così sfumato sul ferro?
I restanti 80, 60 milioni sono destinati all’unificazione della via del Mare e dell’Ostiense (38, 40 milioni), al ponte ciclo pedonale di collegamentotra la stazione di Tor di Valle della linea Roma-Lido e all’area dello Stadio (4,7), al ponte ciclo pedonale di collegamento tra la stazione ferroviaria Magliana della FL1 e all’area dello Stadio (10,20), agli interventi per la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano (12,40), alla realizzazione dei 34 ettari di Parco Fluviale e al sistema di video-sorveglianza (10,70), alla sistemazione delle aree golenali (1,50) e ai pontili di attracco sul Tevere (2,70). Il presidente della Roma, James Pallotta: «Siamo soddisfatti che la giunta abbia votato a favore del nuovo progetto e sono fiducioso che tutta l’assemblea capitolina possa dare un voto favorevole già la prossima settimana, così che il progetto possa tornare alla Regione, dove sono sicuro che sarà guidato a destinazione in tempi rapidi, in modo da poter avviare al più presto i lavori».