La scelta della Roma di farlo parlare ieri ai microfoni di Sky non è sembrata casuale. Il mercato di gennaio si è appena concluso ma nonostante la supplica di Monchi – «Regalatemi almeno una settimana di pausa» – le indiscrezioni riguardanti giugno sono già iniziate. Che Pellegrini, complice una clausola rescissoria che non fa dormire sonni tranquilli a Trigoria, sia finito nel mirino della Juventus e di alcuni club della Premier (Manchester United e Chelsea) non è un mistero. Magari può essere una novità che abbia stuzzicato anche l’interesse del Psg ma l’ex Sassuolo, ragazzo semplice e con la testa sulle spalle, fa finta di nulla.
Ben consigliato, ha capito una cosa fondamentale soprattutto per un calciatore romano che gioca nella Roma: l’importante è rimanere se stessi, non montarsi la testa e dimenticarsi – con particolari esultanze, atteggiamenti o dichiarazioni – il ruolo di prima donna. Quello, eventualmente, arriverà col tempo, con le prestazioni, con gli anni.Meglio essere semplicemente Lorenzo: «Se sento la responsabilità di dover esser protagonista nella rinascita del calcio italiano? No, ho soltanto voglia di far parte della nazionale, voglio ripartire dalla voglia di far bene. Che vale anche per la Roma». Nell’ultimo periodo ha trovato più spazio, quello che avrebbe già meritato in precedenza. Guai però a dirlo a Di Francesco che, provando a tutelarlo, ha cercato d’inserirlo in modo graduale, a volte sacrificandolo sull’altare di alcune logiche silenziose di spogliatoio. Domani a Verona Pellegrini sarà titolare. Lo farà in un ruolo inedito, almeno qui a Roma. Eusebio, infatti, durante la settimana lo ha provato al fianco di Strootman in un 4-2-3-1.
Sulla falsariga di Monchi con Moreno («Quando le cose non funzionano, l’importante è fermarsi») con questo cambio tattico, il tecnico prova a tendere una mano al gruppo: «Con il Verona è una partita importantissima da vincere a tutti i costi per uscire da questo momento e ritrovare un po’ di serenità – spiega Lorenzo – Di Francesco? Non vincere dispiace a tutti,ma lui ha sempre le idee ben chiare. Non abbiamo alibi»