Nella campagna abbonamenti 2017-2018 è stata reintrodotta l’iniziativa che dal 1965 al 1980 formò tanti giovani tifosi giallorossi. È solo l’ultima iniziativa della società nella lunga e importante opera di valorizzazione del passato.
A chi è tifoso della Roma con più di quarant’anni sulla carta d’identità, non sarà passato inosservato un passaggio sul comunicato della nuova campagna abbonamenti per la stagione 2017-2018, presentata con il claim “Sarà bellissimo”. La notizia più rilevante è il ritorno dello Junior Club. Si tratta di una tessera di Tribuna Tevere riservata ai ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, nati dal 1-1-2000 al 31-12-2003. “I giovani sono al centro di questa campagna abbonamenti, vogliamo riportare più tifosi possibili allo stadio e coinvolgere le nuove leve è importante per noi”, ha detto l’Amministratore Delegato, Umberto Gandini, in sede di presentazione a Trigoria. Lo Junior Club non è una novità. Lo Junior Club è un pezzo di storia importante. Lo Junior Club è un qualcosa di bello che ha permesso a tanti di affacciarsi allo stadio e di conoscere la Roma in età giovanissima. Talvolta si sentono nelle varie radio della Capitale interventi di tifosi che raccontano le loro esperienze sugli spalti: “Io sono romanista da sempre. Da piccolo andavo in Tevere con la Junior Club”. Ce ne sono stati migliaia che hanno cominciato così a seguire una squadra molto meno forte di quella di oggi, che non concorreva per grandi traguardi, né ambiva a trofei di primo piano, ma che aveva sempre un pubblico numeroso a sostenerla. Altri tempi e anche un altro calcio. Non c’erano radio, siti, social e non si facevano circolare “screenshottate” su whatsapp per prendere in giro questo o quello. L’interesse principale era rivolto sulla squadra. All’epoca, l’iniziativa “Junior Club” fu introdotta da Gilberto Viti, dirigente della Roma per venticinque anni con diversi incarichi. Lo Junior Club fu ideato e allestito da Viti per unire la Roma al mondo giovanile e scolastico con l’organizzazioni di un torneo intitolato “Roma Junior Club”, formando generazioni di giovani calciatori e di futuri frequentatori dello stadio Olimpico. Durò in tutto quindici anni, dal 1965 al 1980. Da Paolo Barison a Roberto Pruzzo, per contestualizzare meglio con due miti che facevano gol ed erano amati dalla gente. A distanza di trentasette anni, il Club ha deciso di ripristinare questa sana e vecchia abitudine continuando nell’opera di valorizzazione del passato che, dal 2011, ha un ruolo preponderante nella politica societaria. Tanti sono stati i passi compiuti verso gli appassionati di questa squadra per dare loro quanto più possibile conoscenza storica e senso di appartenenza. Qualche esempio: l’indirizzo della sede da Viale di Trigoria a Piazzale Dino Viola 1, il campo della Primavera intitolato all’indimenticato capitano Agostino Di Bartolomei, l’introduzione della Hall of Fame, il coinvolgimento nell’organigramma a vari livelli di ex calciatori giallorossi, il ritorno ai colori sociali dal pantone capitolino, la ristrutturazione del Campo Tre Fontane simbolo dei gloriosi Anni 80, documentari “AS Roma Story” su Roma TV dedicati a personaggi che hanno reso gloriosa questa maglia e questa società (i film su Falcao e Cerezo sono solo gli ultimi di una lunga serie). Il resto è cronaca di questi giorni, il ritorno dello Junior Club.
Viti, papà dello Junior Club
Gilberto Viti entra nell’organigramma dell’AS Roma nel 1959, voluto da Dario Pierangeli, allora Segretario giallorosso, con funzioni di supporto al settore amministrativo. Ben presto, anche giovandosi degli insegnamenti e dei consigli di Vincenzo Biancone, suo grande maestro, diventa un punto di riferimento nell’ambito organizzativo del Club. Nel corso degli anni, ciclicamente, si occupa di coordinare i servizi di biglietteria ma cura anche il delicato aspetto della sicurezza dello Stadio Olimpico. In tale veste fornisce, a nome della Roma, il servizio di logistica di eventi di enorme rilevanza come le finali di Coppa dei campioni del 1977 e del 1984, oppure la finale di Coppa Italia del 1978. Il suo fiore all’occhiello rimane però, senza ombra di dubbio, l’ideazione e l’allestimento dello Junior Club che (dal 1965 al 1980) unirà l’AS Roma al mondo giovanile e scolastico formando generazioni di giovani calciatori e di futuri frequentatori dello Stadio Olimpico. Senza dimenticare, ovviamente, il ruolo decisivo nella riorganizzazione dell’immagine coordinata del Club, avviata nel 1974 e completata nel 1978 con il Lupetto disegnato da Piero Gratton. Nel 1982 il presidente Dino Viola promuove sul campo Viti ratificandone l’ingresso ufficiale nell’organigramma dirigenziale della Società, dove rimarrà fino alla fine del 1984. Il 23 dicembre di questo anno, in occasione del suo commiato, la Curva Sud durante Roma–Cremonese espone uno striscione per omaggiarlo: “25 anni d’amore lasciano un segno: Grazie Viti!”. Lasciato il Club negli ultimi anni di vita si impegnerà nel mondo televisivo realizzando una trasmissione, “I Segreti della Signora in Giallorosso”, dedicata interamente alla storia della Roma. Questo programma lo vedrà incontrare settimanalmente protagonisti della storia romanista come Nils Liedholm, Egidio Guarnacci e Bruno Conti.