La partenza è quella giusta. Lorenzo Pellegrini è tornato alla Roma ed è già un valore aggiunto. Lo testimoniano le parole – mature e sincere – con cui si è presentato ieri, con il d.s. Monchi al suo fianco. Pellegrini è nato alla Roma, ma, come altri ragazzi di qualità (da Viviani a Politano) è stato sacrificato a una politica societaria miope. Per fortuna c’è stato modo di riportarlo a casa, anche se con una «recompra» da 10 milioni e una clausola nel contratto che non mette al sicuro da futuri assalti dei big club. Ma questi sono il passato e (forse) il futuro. Il presente è la faccia pulita di un ragazzo che è diventato un punto fermo in serie A, nella nazionale under 21 e ha esordito anche in quella maggiore. «Il mio obiettivo era ritornare a casa e proseguire il mio percorso qui. Ho trovato una società come il Sassuolo che mi ha aiutato al 150% e mi ha permesso di esprimermi come calciatore e come uomo. È per questo che a gennaio, quando sono arrivate certe offerte, non ho pensato di andarmene via. Non era un bel momento, stavamo passando guai a livello di classifica. Non era una bella cosa lasciarli in quel momento. Non se lo meritavano». È da valori così che si costruiscono le carriere personali e i gruppi vincenti. Il limite, come dicono negli Stati Uniti, è il cielo: «Il Mondiale è sicuramente un mio obiettivo, perché bisogna mirare in alto per provare a raggiungere il massimo. Alla Roma abbiamo un centrocampo forte, ma questo particolare non mi preoccupa: posso imparare da chi ha più esperienza di me, sfruttando quello che viene messo in campo e “rubando” ai più grandi. Quest’anno spero di fare bene e di giocarmi le mie possibilità anche in azzurro».
Inevitabili le domande di mercato al d.s. Monchi. A partire, naturalmente, da Mahrez: «La situazione non è cambiata rispetto alla conferenza per la presentazione di Moreno. Per prima cosa: una squadra come la Roma non può pensare che il suo rendimento dipenda dall’arrivo di uno o di un altro esterno destro. La garanzia del rendimento è la squadra intera. Per seconda: non so se sarà Mahrez o un altro giocatore, ma chi arriva sarà un giocatore importante che darà qualità a una squadra magnifica». Poi, un’importante apertura: «La priorità è un attaccante esterno. Non significa che non cercheremo altri giocatori da qui alla fine, ma oggi la priorità è questa. Più che il piede – destro o sinistro -, ci interessa il profilo. Serve un esterno che non giochi solo sulla linea laterale, ma che si accentri. A un mancino viene più naturale farlo, partendo da destra, ma potrebbe essere anche un esterno di piede destro con questa capacità». Torna a questo punto interessante un profilo come Cuadrado, anche se il giocatore giusto per accendere i tifosi e far felice Di Francesco (in caso di mancato arrivo di Mahrez) è sicuramente Juan Mata. Molto difficile strapparlo allo United, ma sarebbe un colpo per alzare anche l’indice di gradimento di Pallotta presso il pubblico. Resta sullo sfondo Berardi, mentre su Emre Mor ci sono cose turche. Il suo procuratore ha smentito di aver detto che giocherà nel Napoli o nella Roma. Chi vivrà, vedrà.