Gli abbracci prima e dopo la partita, ma non durante. Eusebio Di Francesco e Vincenzo Montella sono più che amici: «È un fratello, abbiamo diviso la camera per due anni. Il mio rapporto con lui parte da lontano, da Empoli, quando eravamo ragazzini e avevamo poche possibilità di comprarci una maglia o un vestito. Siamo cresciuti insieme nelle difficoltà e poi abbiamo mantenuto un bel rapporto negli anni. Si dice spesso che nel calcio non ci sono amici, ma io ho la fortuna di averne molti e Vincenzo è uno di questi». Milan–Roma, però, è uno scontro diretto: «La partita dirà tanto, anche se non penso che sia una gara che determinerà tutto. Resta una partita importante per rimanere agganciati ai primi posti. Vedo una squadra in crescita. È cambiata l’idea di gioco e con il tempo, il lavoro e i risultati positivi c’è maggiore convinzione nei nostri mezzi». Troppi infortuni, specialmente muscolari, hanno ridotto la possibilità di fare turnover. Gli assenti saranno addirittura sette: Schick, Perotti, Defrel, Karsdorp, Emerson e i giovani Nura e Luca Pellegrini.
Il tecnico spiega così: «È un discorso ampio e ci poniamo anche noi delle domande: ne abbiamo avuti tanti, anche se non lunghissimi, a livello muscolare. In generale ci sono tanti infortuni ai crociati, qualcosa che si può legare al numero delle partite e al fatto che tanti giovani passano a giocare dal campo sintetico a quello in erba naturale. Sono cambiati i ritmi di allenamenti e partite: si va a Baku e si fanno 4 ore di viaggio. Ci sono tanti aspetti da valutare, è prematuro puntare il dito su qualcosa o qualcuno. È qualcosa che fa riflettere, ma si sa che piccoli infortuni possono capitare quando si alzano i ritmi. Per competere ad alti livelli bisogna allenarsi duramente, non c’è altro modo. Per questo è importante la vita sana dei calciatori, dall’alimentazione in giù. Non ci si prepara solo con l’allenamento in campo, bisogna avere cultura del lavoro». Favorito Florenzi come esterno alto, Cengiz mossa dalla panchina. Fazio più di Juan Jesus insieme a Manolas.