Con Nzonzi la Roma ha chiuso — salvo sorprese inattese delle ultime ore — il suo mercato in entrata, regalando a Di Francesco una rosa numerosa, forse anche troppo a centrocampo e in attacco, con la quale affrontare campionato (l’esordio domenica a Torino, ore 18 Sky) e Champions da protagonista.
GLI OBIETTIVI «Raggiungere qualcosa d’importante» questo l’obiettivo dichiarato da Nzonzi ieri alla presentazione. Nessuno parla di scudetto, ma la Roma punta ad arrivare tra le prime quattro, il più possibile vicina alla vetta, onorando la Champions, che la scorsa stagione l’ha vista raggiungere la semifinale e, magari, vincere la coppa Italia. Un trofeo manca da dieci anni in casa giallorossa, sarebbe fondamentale riportare entusiasmo, levando un po’ di polvere dalla bacheca di Trigoria.
LE NOVITÀ Centrocampo rivoluzionato, con Cristante, Nzonzi e Pastore potenziali titolari, che dovranno duellare con Strootman, De Rossi e Pellegrini (uno tra Coric e Zaniolo andrà in prestito). In attacco Kluivert è stato preso dall’Ajax per cambiare passo in un tridente che lo vedrà spesso anche a destra, ad alternarsi con Ünder. Il compito più difficile è del portiere Olsen che dovrà sostituire Alisson.
IL PUNTO DI FORZA Di Francesco è al secondo anno di lavoro sulla panchina della Roma, per una programmazione che prosegue a braccetto con Monchi, con cui condivide strategie e idee. Non ha ottenuto — sempre salvo sorprese — il tanto richiesto attaccante mancino da mettere a destra, ma comunque una rosa di livello, seppur con qualche incognita. Il suo 4-3-3, all’interno di una dimostrata duttilità tattica, sarà lo spartito nel quale i suoi giocatori già sanno muoversi, con un anno in più di esperienza.
IL PUNTO DEBOLE La difesa rischia di essere un punto nevralgico, in attesa che Karsdorp dia segnali di aver recuperato del tutto fisicamente, liberando così Florenzi dal ruolo di terzino destro nel quale continua a essere un adattato. Da capire i tempi di ambientamento necessari ad Olsen, che deve sostituire Alisson, uno dei più forti al mondo, con alle spalle Mirante, numero uno d’esperienza in Italia, ma senza neanche un minuto disputato in Champions.