Può cambiare la stagione, la storia, il destino. Roma-Shakhtar Donetsk dista sera è l’occasione perfetta per smentire il lagnoso slogan «mai na gioia» che racconta quanto siano rassegnati i romanisti al fallimento degli snodi decisivi. Oggi, per la quarta volta in assoluto e la prima nell’era Pallotta, la squadra giallorossa può entrare nelle migliori otto d’Europa. Un traguardo mai più centrato negli ultimi dieci anni, dopo le due qualificazioni in fila ai quarti di Champions nel biennio 2007-2008, il punto più alto della Roma di Spalletti. I tre tentativi successivi sono andati male, il primo ancora col toscano in panchina e sfumato ai rigori con l’Arsenal nel 2009, poi l’anno do po proprio contro gli ucraini alla vigilia del passaggio di consegne agli americani, l’ultimo due stagioni fa al cospetto del Real e di nuovo con Spalletti in panchina. Stavolta può essere diverso. Perché lo Shakhtar di oggi non è più quello di Lucescu, il 2-1 dell’andata non obbliga la Roma a una vera e propria rimonta ma semplicemente a vincere la partita, a patto che non sia un 3-2 o un 4-3. I precedenti non aiutano a sperare, anzi: contando tutte le competizioni Uefa, su 26 tentativi (compresa la doppia finale con l’Inter del 1991) dopo una sconfitta all’andata in un turno a eliminazione diretta, i giallorossi si sono qualificati solo sei volte, l’ultima nel 2004 col Gaziantepspor.
Per provare a cambiare il trend e concedersi finalmente «una gioia», a Trigoria la partita è stata preparata in maniera speciale da giorni, con la squadra rimasta a dormire in ritiro (ma non è la prima volta quest’anno ed è successo anche prima del Torino) e Monchi letteralmente scatenato nel tentativo di motivare ogni singolo giocatore e l’ambiente: dopo aver fatto fermare tutto il gruppo venerdì in campo a guardare insieme ai tifosi il video sul maxischermo dell’Olimpico, ieri ne ha pubblicato un altro su Twitter. «La città – scrive il diesse – e la sua squadra. Entrambe meritano un posto tra i migliori.La città lo ha già ottenuto, ora tocca alla squadra. Proviamoci insieme!». Anche Pallotta aspetta con ansia il regalo più gradito nel giorno del suo sessantesimo compleanno e della novantesima gara giallorossa in Champions. La qualificazione ai quarti vale tra i 12 e i 13 milioni di euro, vitali a giugno quando la Roma dovrà comunque vendere almeno un giocatore e fare plusvalenza per rispettare il fair play Uefa. Ma se entrasse nelle prime otto d’Europa si garantirebbe il premio di qualificazione da 6.5 milioni, un altro incasso al botteghino da circa 3 milioni più una quota di market pool che non andrebbe alla Juve stimabile in 3 milioni e legata al percorso delle due italiane nei turni successivi. Se venissero eliminate entrambe ai quarti, la Roma otterrebbe dalla Champions 79,7 milioni in tutto, oltre al botteghino di stasera e quello futuro. Una gioia sì, per Pallotta.