Non nascondiamolo: la Roma è il carburante segreto delle sue giornate. Grazie al «file» audio che ci giunge dagli Usa, lo si capisce dal tono con cui James Pallotta parla che ha l’universo giallorosso nel cuore. A cominciare dal Porto per arrivare al nuovo stadio che oggi vedrà una giornata importante, con l’acquisto da parte del presidente, per 110 milioni di euro, dei terreni di Tor di Valle di proprietà di Eurnova (i vertici sono a Boston), con clausola «liberatoria» qualora l’impianto fosse stoppato, ma non sembra esserci questo sentore. (…).
«Non so se andrò a Oporto, ma quella dell’Olimpico è stata una bella sfida, in cui loro purtroppo sono riusciti a far gol su una palla fortunata . Hanno segnato quando nessuno se lo sarebbe aspettato – dice a Radio Sirius XM –. Credo che abbiamo giocato un’ottima partita. (…)».
Sul campionato è tiepido. «Non sono molto contento, perché dovremmo essere al 2° o 3° posto. Abbiamo perso un sacco di punti quest’anno e spesso nei finali. È stato un po’ scoraggiante, come con l’Atalanta. Se prendessimo i due terzi dei punti persi in partite in cui ci siamo complicati la vita, saremmo vicini al Napoli. D’altronde abbiamo avuto un sacco di stupidi infortuni muscolari.(…).
Mi aspetto di finire tra le prime 4». Poi Pallotta vira sullo stadio. «La sindaca Raggi vuole sbloccare l’inizio dei lavori per la fine dell’anno. Speriamo che entro fine maggio le cose verranno approvate. I problemi da affrontare sono legati all’acquisto dei terreni. Abbiamo trovato un accordo due mesi e mezzo fa con Eurnova. Purtroppo, abbiamo a che fare con un avvocato poco ragionevole che continua a chiedere cose che non accetteremo (…).
Lo stadio sarà di una holding della Roma, cosa che molte persone non realizzano perché pensano che sia il mio giocattolo. Tutti i ricavi e le entrate che otterremo ci offriranno maggiore solidità. Spesso, infatti, siamo costretti a vendere per il “financial fair play”. La gente non lo capisce. Sei costretto a fare i conti con condizioni da cui alcuni sono riusciti a svincolarsi. Ma per noi non è così. Ho scritto una lettera alla Uefa. Quando guardiamo ad alcune sanzioni il mio punto di vista è: “Perché mi sto preoccupando del FFP, non è meglio prendere 12 milioni di multa?”». Ovvio però che lo stadio sia un’altra cosa. «La Roma ne ha bisogno per competere coi top club, non c’è altro modo per farlo. Puoi essere il più bravo possibile sul mercato, e questo per un po’ può funzionare, ma per rimanere stabili hai bisogno di queste entrate. (…)».
La coda è su Kolarov. «È un professionista assoluto, dà sempre il 100%. A volte commette qualche errore, come tutti, ma ne vorrei avere 22 come lui in squadra, (…)».