Il paradosso poi è proprio quello, che più ci lavori e meno porti a casa. Almeno per ora, almeno in queste prime sedici prime partite di campionato (che poi per la Roma sono 15, in attesa del recupero con la Sampdoria del prossimo 24 gennaio). Così la Roma nell’analizzare i motivi per cui segna molto di meno rispetto alle altre big in lotta per il titolo (27 reti, contro le 33 dell’Inter, le 35 di Napoli e Lazio e le 41 della Juventus) ne ha scoperto uno in più: le palle inattive. Già, proprio quelle. Uno degli aspetti didattici su cui Di Francesco insiste di più (in allenamento come in partita) ed una – secondo molto allenatori – delle chiavi della vittoria nel calcio moderno. Ebbene, in tutto per i giallorossi finora sono arrivati appena 6 gol su calcio da fermo. Il che vuol dire una media di 0,4 a partita, considerando i 15 match giocati dalla Roma. Un po’ pochino, visto che dentro ci sono anche i due rigori realizzati da Perotti contro Crotone e Lazio.
I NUMERI – Che poi, a vedere i numeri a confronto con le altre quattro squadre in lotta per il vertice, la questione si allarga. La Lazio ha segnato 15 volte su calcio da fermo, Juve e Napoli 12, l’Inter 11. Numeri «drogati» in parte dai calci di rigore. Ma anche sottraendo questi ultimi il confronto è ancora in deficit, con la Juventus andata a segno 10 volte, la Lazio 9, il Napoli 8 e l’Inter 7. Per i giallorossi, rigori esclusi, ci sono solo 4 reti su giochi da fermo, di cui due pesantissime, le punizioni di Aleksandar Kolarov che hanno portato le vittorie esterne (entrambe per 1-0) in casa di Atalanta e Torino. Nei due restanti, tra l’altro, la magia di El Shaarawy contro il Bologna, quel gol di piatto al volo su angolo di Pellegrini con un coefficiente di difficoltà altissimo. In poche parole, un pezzo di bravura più che uno schema.
GLI SCHEMI – Ecco, la Roma deve migliorare in questo, oltre che nelle concretezza sotto porta (nelle ultime tre partite – Spal, Qarabag e e Chievo – la Roma ha prodotto ben 64 tiri, segnando solo 4 gol). E la cosa fa abbastanza specie, se si pensa che in partita i giallorossi effettuano tutta una serie di schemi sia sui calci d’angolo sia sulle punizioni, dirette ed indirette. Il concetto è sempre quello di attaccare l’area piccola di rigore con più uomini possibile, presidiando il resto dell’area con 3-4 uomini per andare sull’eventuale ribattuta.
POLITANO – Ieri a Trigoria c’era Luca Pennacchi, agente di Matteo Politano. Il giocatore piace alla Roma (dove è cresciuto) ed a Di Francesco (che lo ha lanciato). Ma al Sassuolo non piace l’idea di un eventuale scambio di prestiti con Under.