Uno sfogo dettato dalla tensione del momento. O forse il rigurgito di un malumore che sentiva addosso. Quale che sia la verità, Javier Pastore si è lasciato sfuggire un gesto di nervosismo plateale nel corso del derby, davanti alla panchina della Roma, tra microfoni e telecamere.
COLLOCAZIONE – L’episodio si è verificato intorno al 20’ del secondo tempo, quando Di Francesco ha chiesto a Pastore di accelerare la procedura di ingresso e ha ordinato la sostituzione di De Rossi. Pastore non era contento – eufemismo – perché pensava di entrare prima nella partita. E ha reagito stizzito, per non dire infuriato, alla chiamata alle armi: ha scagliato a terra la pettorina delle riserve e secondo le testimonianze avrebbe rivolto un epiteto poco gentile all’allenatore. Di Francesco non ha fatto una piega: con lo sguardo rivolto al gioco, è possibile che non si sia accorto di nulla.
RATIO – Sullo 0-1, l’idea era costruire un 4-2-3-1 molto offensivo, con Cristante e Pellegrini a fare da sentinelle a centrocampo, per sfruttare tutta la qualità possibile. Ma il tentativo è stato infruttuoso, sia perché Pastore dopo un paio di lampi e un gol sbagliato si è spento, sia perché la Lazio ha ricominciato a colpire in contropiede e si è definitivamente impadronita del derby. (…)
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