Per molti è il vero punto focale del mercato della Roma. Ma per la società è un argomento che non si presta a discussione: l’unico pensiero formulato in questi giorni a Trigoria che riguarda Javier Pastore è quello di recuperarlo al cento per cento per la squadra. Su questo dirigenti e allenatore sembrano essere d’accordo: el flaco è un punto fermo e presto potrà diventare quel valore aggiunto che fino a oggi non è potuto essere. È questa la nuova scommessa del club.
Dunque ogni discorso di mercato è chiuso in partenza, ovviamente a meno che non arrivino proposte originali – che al momento non sono neanche all’orizzonte – che inducano quanto meno a sedersi intorno a un tavolo. In realtà non sembra sussistere neanche la minima precondizione: tecnicamente infatti il fantasista argentino al momento è praticamente invendibile, a meno che non si voglia segnare in bilancio una clamorosa minusvalenza rispetto al costo del cartellino concordato dalla Roma con il Paris Saint Germain il 26 giugno, 24,7 milioni di euro, con contratto al calciatore fino al 2023 a 3 milioni di euro l’anno più bonus. Chi oggi potrebbe pagare per il cartellino una cifra simile e riconoscere al calciatore lo stesso stipendio?
Dunque, per amore o per convenienza, a Trigoria non sembrano aver dubbi. Piuttosto bisogna verificare i miglioramenti della sua condizione atletica. In fondo quando s’è infortunato (uscì contro la Lazio, 29 settembre, poi rientrò per pochi minuti con la Spal, 20 ottobre, poi fuori fino alla sfida con l’Inter, 2 dicembre, in campo per 7 minuti, e poi altri 7 con Cagliari, fino all’oretta giocata malissimo a Plzen), sembrava aver raggiunto un buono stato di forma. E il vero paradosso è che pur essendo stato l’acquisto centrale del calciomercato giallorosso, la Roma nel tempo ha sofferto ha sofferto quest’anno in moltissimi ruoli, ma mai in quello che Di Francesco aveva ritagliato proprio per lui, quello di trequartista di mezzo nel 4231: perché quando s’è fatto male Pastore, il tecnico s’è reinventato nella stessa posizione Lorenzo Pellegrini, da subito a suo agio nell’interpretazione (a partire dal gol di tacco segnato contro la Lazio, altro segno del destino dopo i due realizzati con le medesime modalità dal flaco in questa stagione) fino a diventare un insostituibile, e quando poi anche lui s’è infortunato, in rampa di lancio è salito Nicolò Zaniolo che in poco tempo è diventato forse la più bella sorpresa della serie A, almeno in rapporto all’età.
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