In fondo, è come se Romeo si fosse presentato trepidante sotto il balcone di Giulietta e l’innamorata, invece, non fosse uscita per vederlo perché aveva di meglio da fare. Insomma, una delusione. Quella che si legge sui volti dei giocatori, dei duemila tifosi e di Di Francesco, che dopo il pari fra Juve e Inter voleva accorciare le distanze dal vertice. Oltre a un Sorrentino gigantesco che ha fatto soffrire anche la mamma («Stavolta ha tifato per me, ma è romanista»), con il Chievo a tradirlo è stato l’attacco, anche se questo tutto sommato non lo sorprende. L’esordio di Schick è stato con le polveri bagnate, Dzeko nelle ultime 9 partite di campionato ha realizzato solo una rete e così delle squadre di testa la Roma è la squadra che ha segnato meno (27 gol: 6° attacco della A). Perché? «Ci manca un po’ di cinismo sotto porta – spiega il tecnico –. Siamo stati poco cattivi e determinati, sbagliando a lasciarci condizionare dall’arbitraggio. Facciamo pochi gol per quanto creiamo. Non possiamo sempre e solo aspettare Edin. Mancano le reti anche di quei giocatori che segnano di meno. Dzeko non è un problema, è una risorsa. Comunque, quando tiri venti volte in porta devi segnare, se vuoi ambire a qualcosa di più. Non siamo i favoriti, pensiamo a migliorare, anche se stavolta meritavamo la vittoria».
SCHICK E RONALDO – Proprio per questo l’attesa per l’esordio da titolare di Schick era altissima. Tra l’altro, per metterlo più a suo agio, era schierato nel ruolo preferito, centravanti, così da far rifiatare Dzeko, titolare in campionato nelle ultime 22 gare. L’esito però non è stato all’altezza delle aspettative. «Peccato, è stata un’occasione persa: avessimo vinto saremmo stati a -3 dall’Inter – spiega Patrik –. Partita difficile, sono deluso per il pari. Per fortuna a livello fisico stavo bene: era tanto che non giocavo 90’, ma devo lavorare per sentirmi al meglio. Certo, abbiamo avuto tante opportunità per fare gol, ma ci è sempre mancato qualcosa». Sul ruolo, comunque, il ceco non fa problemi. «Posso giocare sia centravanti che esterno, partendo largo da destra finisco l’azione come punta». Nonostante la pressione che ha sulle spalle – l’etichetta di acquisto più caro della storia giallorossa pesa (42 milioni) – l’impressione è che Schick abbia carattere e pazienza. Non a caso, quando gli si chiede del sorteggio Champions e del possibile accoppiamento con il Real di Ronaldo, il ragazzo risponde sincero: «È il mio idolo, ma spero di incontrarlo più avanti». Giusto. Meglio aspettare che l’attacco della Roma funzioni a regime. Giulietta, d’altronde, sembra avere promesso che presto o tardi si affaccerà.