Il timore è che stia diventando uno di categoria, cioè quei calciatori che si esprimono al massimo solo in determinate realtà, che di solito non sono quelle delle grandi squadre. La storia del calcio italiano, e anche quella della Roma (Destro e Iturbe sono due degli esempi più recenti), è piena di calciatori così, che non hanno mantenuto fino in fondo le promesse. Lorenzo Pellegrini è ancora giovane, ha da poco compiuto 22 anni, e ha tutte le carte in regola per diventare un calciatore importante per la Roma e per la Nazionale, ma finora non sta mantenendo le promesse. Il passaggio da una realtà più a misura d’uomo come Sassuolo alla Roma, invece di accelerarla, come era nelle intenzioni della società e di Di Francesco che proprio in Emilia lo ha visto (e aiutato) diventare calciatore, ne ha rallentato la crescita.
Eppure la società giallorossa ha fatto di tutto per riportarlo a casa dopo l’esperienza di Sassuolo, pagando 10 milioni di euro esercitando il diritto di recompra e blindandolo lo scorso anno con una clausola da 30 milioni, tanti per un calciatore così giovane. C’è anche chi sostiene che la cessione di Strootman sia stata fatta senza troppi ripensamenti non solo per la ricca offerta del Marsiglia, ma soprattutto per lasciare più spazio e possibilità di crescita al centrocampista di Cinecittà oggi emblema di un reparto che era il fiore all’occhiello del club e che ora è sotto accusa. Di Francesco ha ruotato uomini e moduli alla ricerca di un equilibrio che non c’è. Il solo intoccabile è De Rossi, alla faccia del progetto giovani.
Pellegrini non è il solo a destare dubbi: Coric e Zaniolo non vengono ritenuti pronti, Pastore è spesso fuori ruolo, Nzonzi deve prendere il ritmo del calcio italiano e Cristante potrebbe pagare il difficile salto dal Paradiso Bergamo alla grande piazza. C’è sempre il jolly Florenzi, forse troppo jolly però.
Tornando a Lorenzo: nelle prime tre partite di campionato lo ha utilizzato solo per 45 minuti, all’Olimpico contro l’Atalanta. Dopo un primo tempo da dimenticare, per la squadra ma soprattutto per lui (e per Cristante), Pellegrini è stato sostituito: a vederlo c’erano gli osservatori del Manchester United, che sono tornati a casa delusi. In Nazionale le cose non vanno tanto meglio. Mancini crede in lui e lo ha chiamato per la Nations League, ma come Di Francesco è stato costretto a toglierlo dopo il pessimo primo tempo giocato contro la Polonia.
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