Il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha rilasciato quest’intervista dove parla di sé e del momento che sta attraversando la squadra:
La Roma ti ha tesserato a 9 anni, ti senti un predestinato? “Avevo fatto dei provini e, quando mamma e papà videro nella posta una busta col logo della società, immaginarono il contenuto. Mi chiesero di leggerla ad alta voce: non capivo le parole dall’emozione. Arrivato alla fine, guardai papà in cerca di una spiegazione. “T’hanno preso! Vai a giocare con la Roma!”, mi disse. Trigoria è da sempre casa mia. Qui conosco tutti, ho visto arrivare e andare via migliaia di ragazzi. E quando a 18 anni ho firmato con il Sassuolo ero contento, sapevo che sarei cresciuto. Ma tornare è stato bellissimo”.
Garcia ti ha fatto esordire in campionato, sembrava ripercorrere i passi di Totti e De Rossi, invece ti sei ritrovato al Sassuolo… “Non smetterò mai di ringraziare Garcia, ma sono andato al Sassuolo consapevole di quello che stavo facendo: volevo crescere, diventare uomo. Roma è una grande piazza, non semplice da gestire anche per un romano. Serve quel pizzico di personalità che credo di aver limato al Sassuolo”.
Quando ha esordito in Nazionale durante l’inno era abbracciato a De Rossi, un caso o le serviva sostegno? “In vita mia ho avuto due idoli. Il primo è Ronaldinho (…). L’altro è Daniele e lo ha confermato aiutandomi per tutta la partita: mi diceva di stare tranquillo, di osare. Oltretutto con Ventura si giocava col 4-2-4, quindi il centrocampo era tutto nostro”.
Ha spiegato di aver scelto per la “fede calcistica” e perché “una cicoria tanto buona si trova solo a Roma”. “Vero, la cicoria qui è migliore! Scherzi a parte, con i procuratori abbiamo valutato tutte le opzioni, perché all’inizio erano interessate altre squadre. Ma quando si è fatta avanti la Roma… In famiglia, poi… figuratevi mio padre… Il club ha esercitato la “recompra”, quindi non ha dovuto trattare con il Sassuolo, è stato più facile per tutti. E con Di Francesco avevo già trascorso due anni importanti”.
Sarebbe andato alla Lazio o alla Juventus? “C’è stato anche l’interesse della Lazio ma, essendo romanista da sempre, è stata una scelta serena”.
Una squadra di romani de’ Roma. C’erano Totti-De Rossi-Florenzi, ora De Rossi-Florenzi-Pellegrini. “Ho provato a chiedere di battere tutti i record e schierarne quattro. Anche perché Checco sta alla alla grande! Sarebbe stato fichissimo condividere lo spogliatoio con lui, ma c’è tutti i giorni. È stupendo lo stesso”.
Che giocatore è Pellegrini? “Devo migliorare soprattutto la fase difensiva. Il mister mi ripete sempre che correre in avanti è facile ma è correre all’indietro che fa la differenza per un centrocampista. Le mezze ali di questa generazione devono essere “tuttocampisti”. Ci vuole più aggressività nel portare via la palla all’avversario. Di sicuro mi piace tirare in porta, giocare tra le linee, inserirmi negli spazi. Spero che mi venga anche bene”.
Dicono che il suo punto di forza sia la testa, che ha equilibrio. “Prima il calcio era meno fisico, più di talento. Ora è fondamentale curarsi, conoscersi, stare al 100% in tutte le partite, anche se non si gioca. Più che di equilibrio, però, parlerei di serenità: facciamo un lavoro che è la nostra passione, per noi la cosa più bella del mondo. Perché viverla male ed essere arrabbiati? Bisogna venire al campo col sorriso e ricordarsi che siamo un esempio per tanti bambini”.
In questo momento è il titolare al posto di Strootman…
Ma no, credo che quest’alternanza in campo faccia bene a tutti. A proposito di serenità: ognuno ha il proprio spazio e di conseguenza questo spogliatoio è tanto, ma proprio tanto unito.