Stasera il Milan, domani la convocazione per la prima Italia post eliminazione Mondiale. Giorni intensi per Lorenzo Pellegrini, come intensi saranno i mesi che verranno: la Champions con la Roma – da conquistare in campionato e da mantenere contro lo Shakhtar -, il nuovo corso azzurro (indipendentemente dal c.t.) di cui vuole essere protagonista, il matrimonio con Veronica e poi il mercato, con quella clausola da circa 30 milioni che è invitante per chi vuole strapparlo al club giallorosso e che, invece, spera di essere ridiscussa da Monchi.
OGGI – Si parte però stasera, col Milan (che lo avrebbe voluto, soprattutto perché Montella stravede per lui), avversario in una notte di gelo all’Olimpico in cui Pellegrini tornerà titolare dopo la panchina in Ucraina. Una settimana fa ad Udine ha giocato 90′, all’andata contro i rossoneri un’ora, un anno e mezzo fa invece, col Sassuolo, segnò a San Siro su assist di Defrel. Un’azione avviata proprio da Lorenzo, un passaggio filtrante del francese e una rete splendida, di sinistro, probabilmente tra le migliori della sua carriera. Carriera che è ancora all’inizio, visto che a giugno festeggerà 22 anni e il futuro è tutto da scrivere.
DOMANI – Ecco perché a fine stagione Pellegrini, con i suoi agenti, si metterà a discutere con la società. La clausola da 30 milioni fa gola a molti, ma per adesso il ragazzo, soprattutto visto il feeling con Di Francesco, non sembra aver intenzione di ascoltare le sirene che chiamano dal Nord o dalla Premier. Da qui all’estate, però, tutto può cambiare e allora questi mesi saranno decisivi: in questa stagione non ha giocato poco (in Champions ne ha saltata una, in campionato 6 di cui una per squalifica), ma non è stato un titolare fisso, e questo se lo aspettava, e sta completando quel processo di crescita iniziato proprio con Di Francesco. L’anno prossimo, però, dovrebbe essere quello della consacrazione e allora le riflessioni saranno tante, anche in base al modulo, perché nel 4-2-3-1 sembra fare più fatica rispetto al 4-3-3.
ATTEGGIAMENTO – Ma guai a dirlo all’allenatore, che anche ieri ha ribadito come per lui contino mentalità e interpretazione della partita, più che i moduli in senso stretto. E allora Pellegrini in questo senso è sempre uno dei migliori, anche quando paga la voglia di fare di più per dimostrare, a se stesso e agli altri, che la gioventù è solo un fatto anagrafico. Ma crescerà, nei prossimi mesi: sperava di rimandare il viaggio di nozze per i Mondiali, se ne andrà invece lontano e a luglio sarà pronto per il ritiro. Mercato permettendo, ovviamente, e magari anche con un rinnovo di contratto, nonostante quello firmato neppure dodici mesi fa. Discorsi che però Lorenzo lascia a chi lo gestisce, con una professionalità che, dicono a Trigoria, da tempo non si vedeva in un ragazzo di vent’anni, che si allena sempre come se dovesse giocare la domenica la partita della vita. Quella di stasera non lo è, ma è comunque molto delicata, come ha ammesso lo stesso Di Francesco. Conta il presente, il futuro può attendere.