Riappare, sotto il sole dell’Emilia, la Roma. Equilibrata e paziente, robusta ed efficace, eccola tornare prepotentemente in corsa per la zona Champions. Dimezzato lo svantaggio dalla Lazio quarta che ora ha solo 2 punti di vantaggio. Il timbro messo al Tardini (0-2), stadio che ispira da sempre i giallorossi con 13 vittorie in 25 visite, incide sulla classifica e di conseguenza sul futuro di Di Francesco che, nel pomeriggio in cui ritrova titolari di riferimento come Dzeko e Lorenzo Pellegrini, si tiene stretta la sua panchina. I 6 punti presi nei match contro il Sassuolo e qui contro il Parma ne rafforzano la posizione nello spogliatoio. Chiude in pieno controllo, insomma, il girone d’andata: difesa finalmente imbattuta dopo 13 partite (3 di Champions), 2 successi consecutivi dopo 3 mesi (29 settembre) e digiuno interrotto in trasferta dopo 84 giorni (6 ottobre).
«Ciao Dede» le curve, cioè i sostenitori gialloblu e giallorossi, ricordando Daniele Belardinelli, l’ultrà caduto negli scontri di Milano, con lo stesso messaggio.
MAI UGUALE – La Roma, invece, è ancora diversa: mai la stessa formazione nelle 25 partite stagionali. Dzeko è di nuovo titolare, dopo aver lasciato il posto nelle ultime 9 gare a Schick, nel tridente con Under e Kluivert. Preservati Perotti ed El Shaarawy che restano in panchina. Confermato il centrocampo, con Lorenzo Pellegrini, appena tornato tra i convocati, schierato solo in corsa. Cristante si prende la scena, regista e incursore nello stesso pomeriggio, Nzonzi gli fa come al solito da sponda e Zaniolo si dedica al pressing più avanti. Anche dietro Di Francesco non tocca niente: aspettandosi Inglese, dà fiducia a Fazio che, nel gioco aereo, ha più centimetri di Jesus. Ma D’Aversa, dal suo 4-3-3, lascia fuori proprio il centravanti, sostituendolo con l’ex Gervinho, piazzato tra Siligardi e Biabiany a sinistra. L’esclusione del miglior finalizzatore del Parma fa discutere: è in tribuna al Tardini, solo ufficialmente per l’attacco gastrointestinale che lo avrebbe debilitato alla vigilia o per il fastidio all’adduttore che lo ha frenato. A quanto pare il giocatore avrebbe discusso con l’allenatore dopo la trasferta di Firenze. Manolas si dedica a Gervinho che, dopo la mezz’ora, si sposta a destra, lasciando la posizione a Siligardi.
BOLLINO QUALITA’ – Dzeko si vede più da rifinitore che in area. Costruisce l’azione più pericolosa della Roma nel 1° tempo, imbucando per Under che mette Kluivert davanti alla porta. Occasione sprecata. L’unica chance per il Parma, con Fazio in ritardo, è di Siligardi. Bravo Olsen ad alzare sopra la traversa. La Roma, attenta e organizzata fino all’intervallo, prende quota nella ripresa. A lasciare il segno, è di nuovo Cristante che, di testa su pennellata da corner di Under, prende il tempo a Deiola e Biabiany. Manolas chiede il cambio (adduttore): spazio a Jesus. La ricchezza della rosa giallorossa, paragonata a quella del gruppo di D’Aversa che crolla a centrocampo, viene fuori alla distanza. Fin qui decimata dagli infortuni che hanno influito sul rendimento della squadra (10 punti in meno del torneo passato), sembra improvvisamente rigenerata. Dzeko, lanciato da Kluivert che sfrutta il recupero a centrocampo di Cristante, calcia sul palo coperto: Sepe devia in angolo. Entra Pellegrini per Zaniolo ed è subito decisivo: su verticalizzazione di Kolarov, prepara il tiro per Under che archivia la sfida. Sinistro piazzato sotto le gambe del portiere. Di Francesco fa uscire Dzeko, stanco alla meta, e inserisce Schick. Il centravanti titolare non segna dal 6 ottobre, ma la sua presenza fa crescere il gruppo. Nel gioco e nella convinzione.