In attesa di un pulito da bucato, la Roma centra la terza vittoria sporca di fila sempre per 1-0, non perdendo punti dalla zona Champions. Per battere un buon Bologna, però, occorre un gioiello di El Shaarawy, cioè un sinistro al volo su angolo, mentre Totti in tribuna commenta: «Questi gol li facevo pure io». Come dire, un match tutto sommato equilibrato è risolto dalla maggiore qualità, anche se il brillante Federico Di Francesco ce l’ha messa tutta per rovinare la serata a papà Eusebio.
CHELSEA IN MENTE – Donadoni e Di Francesco sr. scelgono il verbo del turnover, e se l’allenatore rossoblù cambia 6 titolari rispetto a mercoledì — pagando il tributo agli infortuni di Mirante e Palacio — quello giallorosso ne lascia in panchina addirittura 8. I «reduci» sono solo Alisson, Fazio e Dzeko, con la mediana quindi totalmente cambiata. Tutto questo perché martedì la Roma è attesa dalla delicatissima sfida di Champions col Chelsea. In avvio, però, il prezzo che pagano i padroni di casa è sensibile, visto che la catena di sinistra su cui sono stati costruiti finora gran parte dei successi — quella composta da Kolarov e Perotti — stavolta brilla poco, perché Bruno Peres è adattato su quelle zolle. La densità sulla trequarti del Bologna, che in fase difensiva sceglie un accorto 4-1-4-1, soffoca Dzeko, costringendolo a cercare palle fuori area per lasciare spazio alle incursioni di Defrel, ancora una volta generoso ma spuntato, nonostante sulla sua fascia Florenzi lo appoggi costantemente. Se Pellegrini e Strootman in avvio paiono sotto standard, ne consegue che la squadra di Donadoni controlli i graffi giallorossi provando a giocare sulla linea del fuorigioco per lanciare il vivace Di Francesco, bene assistito da Pulgar e Verde. Ne consegue che, se al 33’ El Shaarawy non lucidasse il sinistro, la parata più importante fino a quel momento l’aveva fatta Alisson, che un minuto prima aveva smanacciato un colpo di testa di Masina imbeccato da Di Francesco. La Roma infatti si era fatta viva davvero solo con Defrel, che aveva tirato tra le braccia di Da Costa (24’), mentre dieci minuti prima era stato Alisson a disinnescare Di Francesco ben lanciato da Poli. Solo al 28’ Dzeko, su angolo, solo di testa aveva sprecato una facile occasione. Comunque, neppure il gol sblocca i giallorossi più di tanto, perché agli atti resta davvero solo un tiro di Fazio deviato da Da Costa (38’).
DZEKO E LA VAR – Nella ripresa la Roma parte più convinta, con una buona accelerazione del Faraone conclusa con un tiro fuori di poco e, soprattutto, con una rete annullata a Dzeko per fuorigioco confermato anche dalla Var. L’uscita del deludente Nagy per Falletti, però, consente al Bologna di ridisegnare la squadra in un 4-2-3-1 che fa accentrare di più Verdi per creare gioco. Al 21’, infatti, una sua bella apertura per Kraft consente al terzino di mettere al centro una palla su cui Di Francesco non arriva per un pelo. Segnalato il 13° infortunio muscolare romanista (stavolta a Bruno Peres), l’ingresso di Perotti sembra accendere la Roma che trova più spazio ma, se si eccettua un tiro di Dzeko da fuori (32’), l’unica emozione forte è per un fallo di Petkovic su Florenzi quasi sulla linea, ma Fabbri non dà nulla. Il Bologna però non ha più la forza per far paura e così l’unica tentativo viene da una punizione dal limite di Verdi. Morale: questa la Roma, che vince per la terza volta di fila su azione da palla inattiva (punizione, rigore e gol da angolo) e conclude per la 8 a volta in 13 match senza subire gol, ha importanti margini di crescita. Meglio tenerla d’occhio.