Eusebio Di Francesco, che conosce bene l’ambiente, aveva detto alla vigilia di Chievo-Roma che serviva un pompiere. Per una volta si è sbagliato: alla Roma servono incendiari. L’attacco giallorosso è il sesto in campionato, dietro a Juventus, Lazio, Napoli, Inter e Sampdoria. Nelle ultime tre trasferte – Genoa, Atletico Madrid in Champions e Chievo – la Roma ha segnato una volta sola: El Shaarawy a Marassi. Defrel, Cengiz e Schick sono a secco dall’inizio della stagione. Il ceco è stato quasi sempre infortunato, gli altri due hanno 7 e 8 presenze in campionato, anche se part time. A bilancio, anche se i loro pagamenti sono stati dilazionati in più stagioni, «valgono» quasi 80 milioni di euro. Il turco, a gennaio, potrebbe andare in prestito per giocare di più. Necessario, però, trovargli una squadra italiana perché possa migliorare l’integrazione. C’è spazio per un’operazione di mercato in attacco?
Il sorteggio non impossibile con lo Shakhtar in Champions (andata il 21 febbraio e ritorno a Roma il 13 marzo) fa cadere in tentazione. Nel recente passato sono stati seguiti Fekir e Mahrez, ma sono costosi. L’attacco, tra campionato e Champions, ha segnato 22 gol: Dzeko (8+3), El Shaarawy (4+2) e Perotti (3+2). La somma sale a 25 se si aggiungono il gol di Florenzi al Milan e la doppietta di Gerson alla Fiorentina, quando sono stati schierati nel tridente offensivo. Salah, al Liverpool, ha segnato 19 gol: 13 in Premier e 6 in Champions. La consolazione è che al ventesimo gol dell’egiziano scatterà un bonus per la Roma da un milione e mezzo. Che i Reds pagheranno con il sorriso. Come aumentare le reti? Sbagliandone di meno. Ma anche rischiando un po’ di più nelle formazioni iniziali. Il tridente anti-Chievo era pallido, con Gerson che non è un attaccante. È il momento di osare, perché in campionato la Roma deve recuperare. Fin qui il cammino in Italia è da 6,5. Molto meglio in Champions League, dove è da 9. Un eventuale approdo ai quarti di finale porterebbe in cassa altri 20 milioni. Si può sognare.
