I numeri (24 gol subiti, undicesima difesa del torneo) c’entrano fino ad un certo punto. Tra questioni anagrafiche (Fazio, 32 anni a marzo; Kolarov, 34 il prossimo novembre), altre dovute al mercato (Manolas) e flop legati al rendimento (Marcano, Bianda), la difesa è il reparto che tra gennaio e la prossima estate rischia di essere maggiormente cambiato. Non una scelta ma una necessità. La decisione quest’anno di limitarsi a puntellare il reparto con gli arrivi di Marcano e Bianda non ha dato gli effetti sperati. E non solo per le difficoltà palesate dai due. Lo spagnolo (360 minuti in stagione) – che nelle idee originarie doveva alternarsi con Fazio – nelle gerarchie interne è stato sorpassato anche da Jesus (che la Roma in estate ha provato a cedere prima al Torino, poi in Turchia e allo Zenit, scontrandosi con il no del calciatore), mentre il francese – per il quale si pensava ad un inserimento graduale – ha incontrato ostacoli anche nel campionato Primavera.
Il problema, però, è stato il drastico calo nel rendimento di Fazio che ha acuito le difficoltà del reparto. Intervenire a campionato in corso, con un budget pari a zero, è impossibile. Tradotto: a gennaio saranno dunque effettuate operazioni di routine. Marcano tornerà in Spagna, lo vuole il Siviglia; Bianda andrà in prestito in serie B: piace al Crotone. Al loro posto, potrebbe arrivare Iago Maidana, brasiliano di proprietà del San Paolo ma in prestito all’Atletico Mineiro. Ventidue anni, è un difensore abituato a una linea a quattro. Di piede destro, anche se quasi sempre utilizzato sul centro-sinistra: forza atletica (196 centimetri), anticipo, colpo di testa, con una buona visione di gioco (a livello giovanile veniva utilizzato a centrocampo). Altro nome che circola è quello di Kabak del Galatasaray. A meno che la Roma non decida di prendere un calciatore che possa ricoprire (eventualmente) il doppio ruolo di mediano e all’occorrenza di difensore. Il profilo di Dendoncker (che piace in ogni caso) ha trovato conferme off record.
IN ESTATE – In estate si metterà mano in modo più radicale al reparto. Che, inutile girarci intorno, potrebbe vedere la dolorosissima partenza di Manolas. Il greco ha una clausola rescissoria accessibile (36 milioni) per un giocatore del suo valore e aver deciso di affidarsi definitivamente a Raiola (che aveva già agevolato il suo trasferimento nell’agosto del 2014) addensa nubi oscure sul futuro in giallorosso. Discorsi futuribili e fastidiosi da fare ma quanto mai attuali conoscendo sia il modus operandi della Roma che dell’agente. I nomi sul taccuino di Monchi sono diversi. Tra questi ci sono quelli di Mancini (Atalanta), Andersen (Sampdoria) e Rugani (Juventus), anche se quest’ultimo rinnoverà entro gennaio per altri due anni. Monchi – per ora – s’è fermato ad un semplice pourparler. Qualcosa in più c’è stato per Andersen, nell’ambito dei colloqui avvenuti nelle scorse settimane relativi ad un possibile ritorno di Schick alla Sampdoria in prestito.
Il 22enne danese è però un pezzo pregiato del prossimo mercato: su di lui, c’è anche l’Inter. Duello, quello con i nerazzurri, che potrebbe ripetersi per Mancini. Prima Kessie (poi finito al Milan per un voltafaccia del procuratore), lo scorso anno Cristante, non dimenticando Tumminello, ora Mancini: l’asse Roma-Bergamo è sempre caldo. A questi profili, nel caso di partenza di Manolas, andrebbe aggiunto un big. Al netto di possibili occasioni a parametro zero in Premier (Vertonghen, Alderweireld, Mangala e Kompany si svincolano a giugno), De Ligt, nonostante la giovane età, è il sogno. Apparentemente proibitivo vista la concorrenza. Ma l’agente dell’olandese indovinate chi è? Lo stesso di Manolas. Alias Mino Raiola. Con il quale la Roma (avendo in rosa Kluivert, Luca Pellegrini e appunto Manolas), volente o nolente, dialoga sempre più frequentemente.