La metafora è fin troppo facile, quella della torta e della ciliegina. Ma questa è la Roma oggi, 23 luglio, un mese al via del campionato. Fossimo a Masterchef, diremmo che il dolce è ben confezionato, messo su ampiamente nei tempi con sette ingredienti niente male, però per vincere la prova manca ancora il tocco di classe. E qui la fretta non è necessaria, anzi è deleteria: pazienza, il forno si sta riscaldando, Riyad Mahrez va tirato fuori al momento giusto. Non è oggi, non sarà probabilmente neppure la settimana che inizia domani. Agosto, primi giorni, buoni per far maturare un lavoro che parte da lontano.
ASSALTO – Parte da inizio maggio, in quei giorni lì Monchi ha un primo incontro con l’agente di Mahrez, Kamel Bengougam. Contatti fitti, il giocatore pian piano convinto del progetto Roma, al punto di ufficializzare la sua voglia di andar via ai media inglesi. Da lì in avanti è stata una manovra di avvicinamento costante: dopo l’accordo raggiunto con il giocatore, Monchi ha sondato il terreno con Eduardo Macia, uomo mercato del club inglese. Della prima offerta da 23 milioni rispedita al mittente è stato già detto. Quel che si può dire oggi è che la Roma sta aspettando il momento giusto per affondare. Monchi ne parlerà direttamente con Pallotta a Boston: il d.s. è in partenza per gli Usa, probabilmente già domani, anche per mettere al corrente il presidente del punto a cui è giunta la trattativa e studiare i prossimi passi. Serve un rilancio da 30 milioni di euro, forse anche superiore considerando i bonus da inserire. Al rientro dagli Stati Uniti la Roma lancerà l’assalto, i primi giorni di agosto saranno quelli decisivi, in un senso o nell’altro. Mahrez, intanto, ieri ha giocato a Honk Kong contro Salah. Da domani il Leicester rientrerà in Inghilterra e sarà curioso capire il comportamento del calciatore, fin qui irreprensibile. «Potrebbe anche rimanere», ha detto ieri il suo allenatore Craig Shakespeare. Tutte da intepretare, invece, le parole del vice presidente Aiyawatt Srivaddhanaprabha: «Non c’è un prezzo fissato per Riyad e, se offerte per lui ci sono, non sono giuste per un “player of the year”. Non posso lasciarlo andare nel momento in cui non c’è sul mercato chi ne possa prendere il posto». È la frase chiave, vale un’apertura non appena il Leicester avrà trovato il sostituto di Mahrez. Potrebbe essere Iheanacho del Manchester City, pur se con caratteristiche diverse.
KOLAROV NEL MIRINO – Nell’attesa Di Francesco si gode un puzzle ricostruito in poco tempo. Era stato smontato a giugno, con le partenze di Salah, Rudiger, Paredes e quella per fine prestito di Szczesny. Tre titolari e mezzo salutati, un allenatore partito tra polemiche e megafoni, dubbi leciti sulla competitività. Sette acquisti per 73 milioni di euro bonus esclusi – a fronte di 127 incassati –, Monchi ha dato a Di Francesco in tempi sorprendenti una base solida: 40 giorni, tanti ne sono passati dal primo acquisto Moreno fino a Kolarov. Il colpo più oneroso, Defrel, è paradossalmente pure il giocatore senza una maglia da titolare cucita addosso. Il K2 sulle fasce – Karsdorp e Kolarov, quest’ultimo preso di mira con una scritta offensiva al Circo Massimo e pure dai tifosi della Lazio ad Auronzo –, centrocampo rinforzato con Gonalons e Pellegrini, una scommessa turca di nome Under, un centrale difensivo come Moreno per compensare la (dolorosa) partenza di Rudiger, l’arrivo di un altro difensore congelato. Tutto bello. Ma solo il colpo Mahrez avrebbe davvero il sapore di un invito al Gran Ballo.