C’era chi sperava che Bologna rappresentasse un comodo avvicinamento al Camp Nou: una avversaria senza troppe pretese per risparmiare qualche titolare e tenere Inter e Lazio a distanza. E invece al Dall’Ara la Roma ha perso punti e giocatori. E’ successo tutto in un minuto: dopo 17 minuti Nainggolan ha mulinato le dita per chiedere il cambio. Sessanta secondi più tardi Pulgar agitava il pugno per festeggiare il vantaggio del Bologna che Dzeko sarebbe stato capace solo di pareggiare.
Soltanto venerdì, al Barça mancava Messi, la Roma sembrava potersi permettere il lusso di tenere Dzeko a riposo. Ventiquattro ore più tardi la situazione è ribaltata, con Messi che ha guidato la rimonta blaugrana a Siviglia e la Roma al palo (quello di Strootman a Bologna, il sedicesimo della stagione romanista). Lo sa pure Di Francesco: “Giocare come abbiamo fatto sabato non basterà a Barcellona”. Pensare che rischia di averne a disposizione addirittura una dimezzata. Radja Nainggolan saprà oggi o forse addirittura domani se riuscirà a farsi riservare un posto sul volo per la Spagna. Cengiz Under dovrebbe farcela, ma chissà in che condizioni scenderà in campo al Camp Nou. Il terzo uomo che da sabato tiene in ansia Di Francesco è Patrik Schick: doveva essere la sua partita, è invece l’uomo che ha deluso di più nonostante l’assoluzione del suo allenatore (“Tutelerò sempre Patrik”).
Il paradosso della Roma pare quasi un contrappasso dantesco: dopo un anno a cercare di allargare la rosa e dare spazio a più calciatori possibili, arriva alla partita dell’anno, l’allenatore della Roma a Barcellona, potendo contare su un gruppo decisamente ristretto. Alisson, Florenzi e Kolarov, i due centrali, De Rossi e Strootman, Under e Perotti, oltre ovviamente a Dzeko: nessuno che possa
sostituirli senza la garanzia di non farli rimpiangere. Pellegrini, forse l’unico cambio “utile”, a Bologna era out per un dolore al polpaccio. Dzeko, lungimirante, al ritorno nemmeno pensa: “La partita più importante è l’andata – dice – perché in casa loro possono farne cinque a chiunque e noi lo sappiamo bene. Ma sappiamo fare meglio di quello che si è visto a Bologna”. Per Di Francesco è almeno una speranza.