«Da un grande potere derivano grandi responsabilità». Se pensate che la frase sia del nuovo re taumaturgo di Trigoria, Ramón Rodríguez Verdejo – al secolo Monchi – però sbagliereste. È di Ben Parker, lo zio dell’Uomo Ragno, e se credete che i fumetti siano roba da ragazzi, non avete visto l’accoglienza fatta al nuovo d.s. della Roma: in pratica da supereroe.
CON MASSARA SuperMonchi – che ha firmato un contratto quadriennale con opzione sul quinto – ieri perciò ha preso ufficialmente possesso del suo nuovo regno, passando quasi tutta la giornata nel centro sportivo in compagnia dei vertici italiani del club: Gandini, Baldissoni e Massara. Non è mancata la tappa a Roma Tv per le cortesie di rito. «L’obiettivo è cercare di consolidare la Roma non soltanto ai vertici italiani, ma anche nella élite europea. Il mio primo traguardo è conoscere identità e filosofia della società, successivamente creare, con Massara, una direzione sportiva che sia il più professionale possibile. Ho molta voglia di costruire la migliore Roma possibile. È un club che si adatta perfettamente al mio modo di lavorare. Al Siviglia abbiamo costruito, un modello cresciuto gradualmente e che ha raggiunto risultati inimmaginabili. Qui c’è grande potenziale. Pallotta mi ha trasmesso entusiasmo e ambizione. Siamo in sintonia». E Fazio, con lui al Siviglia, chiosa: «Speriamo ci aiuti a vincere qualche trofeo».
RINNOVI E valutazioni Il lavoro non mancherà. A partire dalla delicata questione dei rinnovi dei due capitani, Totti e De Rossi, per passare poi al monitoraggio di tutti i giocatori «adulti» che la società controlla in Italia e in Europa, praticamente una cinquantina. E c’è ancora da segnalare il nuovo pressing del Napoli su Szczesny.
CASO SPALLETTI Logico che tanto passerà anche attraverso la scelta del tecnico che, dicono a Trigoria, non ha gradito di aver saputo l’arrivo di Monchi lunedì solo all’ultimo momento. I vertici, comunque, hanno notato segni d’inversione nelle dichiarazioni di Spalletti – che pare avere accantonato la vittoria come presupposto per restare – anche perché, aggiungono, al momento offerte concrete dalle big non ne ha. Detto che l’incontro di ieri a Firenze col d.s. viola Corvino è stato solo casuale, la dirigenza della Roma sull’allenatore spiega le sue posizioni: 1) Non ha chiesto nessun cambio di rotta sulla comunicazione, quindi la virata è tutta «privata»; 2) Spalletti dovrà trovare in sé le motivazioni per restare, e quindi non si esclude neppure un periodo sabbatico; 3) il nuovo progetto Roma – corroborato dagli innesti di Gandini e Monchi – ha un respiro più grande della guida tecnica. Ovvero, Spalletti nel progetto ci starebbe bene, ma i programmi possono prescindere da lui. Come dire, tutto passa, ma la Roma resta. Ineccepibile, no?