Se il bicchiere dopo Siviglia era mezzo vuoto, da ieri sera è quasi asciutto. La Roma torna dalla mini-tournée spagnola con una scoppola impensabile. Almeno alla vigilia, almeno sulla carta. E con almeno un paio di certezze in più: ad oggi non si può parlare di 22 titolari, due per ruolo, e (oltre all’esterno destro d’attacco) serve anche un grande difensore, di quelli dominanti, capace di gestire la linea e dare sicurezza al reparto. Ieri Fazio è apparso a tratti imbarazzante e Juan Jesus poco più di una bella statuina. Le cose sono migliorate nella ripresa con l’inserimento di Manolas, ma il problema, al di là dei singoli, sembra di reparto. La difesa alta non è stata ancora assimilata come dogma (il Celta poteva fare anche più male di quanto ha fatto) e i recuperi a cui sono sottoposti i difensori in fase di ripiegamento tolgono lucidità e brillantezza.
DISASTRO TOTALE – Nella Roma di ieri non ha funzionato nulla. Almeno nel primo tempo, quello in cui Di Francesco ha mandato dentro quelli che finora avevano giocato di meno. La squadra è corta, è vero, gioca anche in 20 metri. Ma fa fatica nell’uscita pressing (il Celta ha tolto spazio ai portatori, spesso costretti a giocare di schiena agli avversari), non trova verticalità e ha bisogno di fini palleggiatori. Gerson e Pellegrini, da questo punto di vista, non hanno colto l’occasione e anche qui, quando nella ripresa sono entrati Strootman e Nainggolan, il centrocampo ha acquistato di spessore. Insomma, quei primi 45’sono da spazzare via, anche nella costruzione. «È vero, un disastro totale, sotto ogni punto di vista. Mi sarebbe servito un time out per riorganizzare le cose, mi auguro ci serva di lezione», ha detto Di Francesco. E non è un caso che i primi due gol siano arrivati proprio su errori in disimpegno (il primo di Fazio, il secondo un’incomprensione tra Gonalons e Gerson), le linee di passaggio non sono ancora fluide. Così il Celta è passato prima su rigore (fallo di Fazio su Guidetti, costretto ad uscire per la rottura della clavicola destra), poi con un destro da fuori di Pione Sisto, che ha segnato anche il 3-0 con un tapin ravvicinato (con dormita di Bruno Peres). Chiusura di tempo con la doppietta di Iago Aspas.
LE MANCANZE – Nella ripresa, poi, con sei titolari in più la Roma ha ritrovato un po’ di equilibrio. Dzeko ha messo dentro qualche buon pallone per gli inserimenti dei centrocampisti e su uno di questi Strootman ha trovato anche il gol della bandiera. Nainggolan ha provato a dare intensità e Perotti ha provato (invano) qualche spunto. Quel che è mancato anche nella ripresa però è soprattutto la ricerca della verticalità e il pressing di squadra, due dei concetti base di Di Francesco. E senza di questi, è difficile anche costruire gioco. Soprattutto perché poi il Celta ha dimostrato qualità proprio dove è mancata la Roma e cioè sul palleggio.
MERCATO – Un altro giorno se n’è andato e il Ferragosto è dietro l’angolo. La Roma aspetta una risposta entro domani sera dal Leicester per Mahrez, in caso non arrivi Monchi guarderà altrove. Dal Leicester fanno sapere che non hanno fretta e che comunque quei 35 milioni (32 più 3 di bonus) ancora non bastano. A questo punto è molto probabile allora che la Roma viri altrove, almeno sulla carta. Poi, magari, tornerà alla carica sul finire del mercato se nel frattempo non avrà trovato una soluzione. Monchi aspetta anche di vedere cosa succede in casa Juve, nel senso che se lì dovesse arrivare Keita allora Cuadrado potrebbe anche essere di troppo. Il colombiano al d.s. piace e anche molto, ma ad oggi la Juve continua a ritenerlo incedibile. La pista che invece portava in Russia, allo Spartak Mosca ed in particolare all’olandese Promes, si è invece sgonfiata in queste ultime ore.