Tutti a Londra da Pallotta. I dirigenti della Roma cercano risposte, ma prima devono dare spiegazioni. È una situazione simile a quella del mercato, dove bisogna vendere per comprare. La delegazione alla corte del presidente – a Londra per seguire (anche) gli amati Boston Celtics impegnati in una partita Nba contro i Filadelfia 76ers – è ampia: l’a.d. Umberto Gandini, il d.g. Mauro Baldissoni, il capo strategy and media Guido Fienga, il direttore sportivo Monchi. L’incontro più interessante è previsto per domani, proprio con il «tessitore» del mercato giallorosso. Monchi ha già spiegato che soldi in cassa non ce ne sono. I limiti del Fair Play Finanziario sono chiari. La speranza è portare a termine la cessione di Bruno Peres al Benfica, per trovare un po’ liquidità da investire in un terzino destro: Darmian è quello che piace di più, mentre Aleix Vidal è vicino al ritorno al Siviglia.
La Roma ascolterebbe volentieri offerte per Strootman, Emerson Palmieri, Skorupski, Castan, Moreno e Gonalons. Purtroppo non ce ne sono. Non «operative», almeno. Sono arrivati «pour parler» per giocatori che, giustamente, la Roma non vuole cedere: Alisson (Liverpool e Psg) e Lorenzo Pellegrini (Juventus e Atletico Madrid). Particolare la situazione di Nainggolan: l’Inter lo vorrebbe in prestito con obbligo di acquisto, ma la trattativa su queste basi non può nemmeno partire. E forse, per ragioni di concorrenza, nemmeno se l’Inter avesse il contante. A Londra ci sarà anche un incontro con il team commerciale guidato da Kaitlyn Colligan, che si occupa della ricerca dal main sponsor, che manca dai tempi della Wind (gestione Sensi). Patrik Schick si è sottoposto ieri a una serie di controlli cardiaci: confermata l’idoneità sportiva. Con il ceco si è allenato anche Gregoire Defrel, assente dal 26 novembre.