«Forza Roma» risponde Ranieri incitato dai tifosi alla stazione Termini. È bastato il suo arrivo per calmare i bollenti spiriti di una piazza sfinita dalle delusioni di una stagione triste, così la partenza verso Ferrara non ha regalato scene di tensione com’era successo di recente, quando la squadra si apprestava a salire sul treno verso Firenze. E ancora non sapeva che stava per prenderne sette tutti insieme in Coppa Italia. Oggi si va in missione in casa della Spal per vendicare la vergognosa sconfitta dell’andata all’Olimpico, ma soprattutto per ridare linfa alla rincorsa Champions. L’occasione è particolarmente ghiotta nella giornata in cui le milanesi si affrontano nel derby.
E allora per la Roma è vietato sbagliare, servono altri tre punti da mettere insieme a quelli raccolti con fatica in casa contro l’Empoli per poi fermarsi due settimane E curarsi. Sì, perché anche oggi Ranieri dovrà rinunciare a sei titolari: mezza difesa è fuori (Florenzi squalificato più gli infortunati Manolas e Kolarov), a centrocampo mancano i romani De Rossi e Pellegrini e in attacco Under è desaparecido. Non c’è neppure Pastore, ma lui non fa più notizia. Insomma una Roma piena di cerotti, insicurezze, pressioni: inutile dire quanto sarebbe complicato gestire i prossimi quindici giorni senza essersi avvicinati al quarto posto. Non resta che aggrapparsi proprio a Ranieri, alla sua serenità, alla voglia di rendere più facili le cose in campo per la squadra, puntando su una difesa protetta, concetti semplici col pallone tra i piedi e spazio alla classe e il fisico della coppia Dzeko-Schick che Di Francesco non è riuscito a cementare.
Il 4-4-2 è la soluzione a tanti equivoci, magari un passo indietro rispetto all’evoluzione generale della tattica, ma alla Roma oggi servono più punti che idee. Il piazzamento finale determinerà la programmazione della prossima stagione, anche se il diesse Ricky Massara ha iniziato a impostare la squadra che verrà con i primi appuntamenti con vari procuratori. Non sa ancora se sarà lui a costruire la Roma del futuro, ma lavora come se fosse certo della conferma e proverà a convincere Pallotta con i primi affari da confezionare entro il 30 giugno. Sì, le «maledette» plusvalenze servono anche quest’anno per far quadrare i conti, a maggior ragione dopo aver perso i 15 milioni che valevano i quarti di Champions. Il ko di Porto ha anticipato la rivoluzione, portandosi via anche Monchi. Lo spagnolo, che era in parola con l’Arsenal, è stato richiamato dal Siviglia. E pare abbia ceduto alle richieste del cuore: in patria lo danno pronto a firmare un triennale con il club che lo ha reso grande. E ha illuso la Roma.