È cominciata con la contestazione nei confronti del presidente James Pallotta, è finita con i fischi per la squadra, chiamata sotto la curva Sud per un’assunzione di responsabilità, che non c’è stata, dopo la sconfitta contro la Sampdoria, in una giornata in cui l’Inter ha pareggiato e la Lazio ha perso. La Roma è sola. Non solo la società, abbandonata già da un po’ dalla tifoseria. Ma ora anche la squadra («Tifiamo solo la maglia»), protagonista di una delle peggiori prestazioni degli ultimi tempi, in cui ha raccolto solamente 3 punti in 6 gare.
Il primo imputato è il presidente Pallotta. Per lui (e per il d.g. Mauro Baldissoni) tanti cori di contestazione, la maggior parte non riferibile. Le trattative di mercato che hanno coinvolto i calciatori più importanti hanno dato l’immagine di una società in smobilitazione. Prima della gara sono stati distribuiti all’interno dello stadio alcuni adesivi a forma di dollaro, con sopra la faccia del presidente americano. Presenti anche in tribuna Monte Mario, più precisamente nei palchetti riservati di solito agli sponsor e ai familiari dei calciatori, un gruppo di contestatori improvvisati, che indossavano delle magliette con la scritta «Vendesi, per informazioni giocatori a scelta». Una contestazione fragorosa, che si era interrotta al fischio d’inizio: da quel momento in poi la curva Sud non ha smesso per un momento di incoraggiare la squadra, almeno fino al triplice fischio di Banti che ha certificato la fine di qualsiasi ambizione romanista. Senza Schick, per lui lesione di primo grado al retto femorale che lo terrà fuori per circa due settimane, con Dzeko condizionato dall’incertezza sul suo futuro, la Roma ha rischiato il tracollo già nel primo tempo ma poi è caduta nel finale.
Di Francesco alla fine non riesce a darsi una spiegazione. «Siamo partiti malissimo – le sue parole – non eravamo in partita. Non mi è piaciuto l’approccio, siamo entrati un po’ impauriti e loro sono stati bravi, poi abbiamo recuperato un po’ di fluidità. Abbiamo subìto il gol su una nostra ingenuità sull’unico tiro in porta della Sampdoria del secondo tempo». L’attacco continua a rappresentare un problema enorme per una squadra che ha l’obiettivo di entrare fra le prime quattro della zona Champions League. «Non so perché non segniamo – ancora il tecnico – abbiamo creato tanto, questo condiziona il nostro cammino in questo momento. Siamo in crisi, non ci riesce niente, a partire dal calcio di rigore sbagliato. Florenzi sul dischetto? Lo avevamo deciso prima, toccava a lui. Schick? Si è fatto male in allenamento, peccato perché poteva giocare».