Claudio Ranieri, parlando quasi da dirigente, fa ampiamente capire come l’anno prossimo non ce n’è (sarà) per nessuno. Specie se si continua così male. Il problema sarà sbarazzarsi di chi non serve e trattenere chi invece ha ancora un senso. Due imprese toste, difficili entrambe: trattenere Zaniolo, ad esempio, è complicato quasi come piazzare Pastore. Perché dopo certe stagioni, ci sono i calciatori sviliti e invendibili e quelli bravi che sono tentati da qualche altra avventura e che allo stesso tempo la società vorrebbe/dovrebbe tenere. Se chiudiamo gli occhi e pensiamo su chi puntare l’anno prossimo, ci accorgiamo che basta una mano. Zaniolo, ovviamente, è uno di questi, al quale però va rinnovato il contratto, specie dopo l’accordo raggiunto con il giovane della Primavera, Riccardi, che gioca con Alberto De Rossi e già si prepara a guadagnare più di Nicolò. E’ giovane, vive di alti e bassi, ma si capisce chiaramente che il ragazzo di Massa sia uno vero, uno da non lasciarsi scappare (almeno per ora). Bisognerà capire se lui, in sede di rinnovo, avrà voglia di credere ancora nel progetto Roma o di lasciarsi trasportare verso qualche altra avventura. Il dovere di un club, specie se si trova in queste difficoltà, è di trattenerlo, di costruirci attorno la squadra. Zaniolo sarebbe anche in discreta compagnia. Pellegrini è un altro che merita attenzione, seppur vivendo con una clausola di trenta milioni addosso. Che lo connota quasi come un assegno circolare. Pellegrini ha il prezzo fissato, se uno vuole lo prende a quella cifra, medio bassa. A meno che, anche lui, non decida di cambiare marcia e fare un passo indietro: rinnovo con clausola più alta o senza. I giovani, specie quelli romani, hanno il piacere di vestire la maglia giallorossa ma il professionismo non è una malattia, è un dovere, che spesso ti fa prendere decisioni poco romantiche, ma più razionali.
DUBBI E DOVERI – Vale per Zaniolo, per Pellegrini e varrà per uno come Cristante, che è arrivato a Roma con ben altre aspettative. E dopo quasi un anno anche lui si trova a ragionare su se stesso: resto, non resto, meglio scappare, meglio crederci etc etc. Bryan è stato pagato 20 milioni di euro (più dieci di bonus), dei nuovi alla fine è quello che, seppur a sprazzi, ha convinto di più (Zaniolo è un discorso a parte: è arrivato a Roma quasi come quelle caramelle che si danno al cliente per completare il resto).
LE ALI – Ce n’è uno a destra e uno a sinistra da tenersi stretti, questo sempre in teoria, sia chiaro. Under ed El Shaarawy dovranno far parte della Roma dell’immediato futuro. Under perché è giovane e deve esplodere definitivamente, ha cominciato male il 2019, in pratica non lo abbiamo mai visto. Ma è una risorsa, una perlina lasciata da Monchi (anche se la paternità spetta a Massara). Under, si sa, è sotto osservazione da tempo, il suo umore è cambiato da quando Kluivert lo ha scavalcato nello stipendio. Va ridiscusso il suo futuro romanista, partendo proprio dal contratto. Anche lui, per forza, dovrà resuscitare, perché è un po’ sparito dai radar. El Shaarawy è il classico giocatore affidabile, serio. Ma pure su di lui incombe una scadenza contrattuale tutta da ridefinire. Uno dice, è Manolas? Kostas è un calciatore già ben strutturato, e con clausola non altissima, 30 milioni. Trattenerlo si deve, ma forse non si può.