La rimonta riesce in campionato e con il punteggio che avrebbe promosso la Roma giovedì sera contro il Lione. Il 3 a 1 contro il Sassuolo, sofferto e alla fine meritato, non avrà lo stesso significato della qualificazione sfumata in Europa League, ma pesa comunque sulla classifica: la Juve non scappa, restando avanti di 8 punti, e soprattutto il Napoli rimane dietro di 2. I giallorossi si tengono insomma stretto il 2° posto che porta direttamente in Champions e inietta ricchezza nel forziere del club. Proprio quello che chiede Pallotta, tornato finalmente in tribuna a seguire dal vivo la sua squadra (è la sua prima volta nel 2017).
BLACK OUT PARZIALE – La Roma, come se fosse ancora stordita dopo l’eliminazione dall’Europa League, ha aspettato la ripresa per entrare in partita, rischiando di complicarsi anche questa serata. Non per una questione di interpreti. Il turnover, tra l’altro, non è esagerato: Spalletti, anche pubblicamente, ha promosso la prestazione contro il Lione. Solo 4 novità, insomma, utili per far recuperare dagli sforzi recenti qualche titolare: con Szczesny, tornano dal 1° minuto anche Paredes, Emerson ed El Shaarawy. Partono, dunque, in panchina i big De Rossi e Dzeko che avranno spazio in corsa. Il sistema di gioco è il 3-1-4-2, come nelle ultime 2 partite contro il Palermo e il Lione. Davanti ai 3 centrali difensivi si piazza, da play, proprio Paredes, con Strootman e Nainggolan qualche metro più avanti e Peres ed Emerson sui lati. In attacco El Sharaawy e Salah. La partenza è incerta: più che fisicamente, i giallorossi sembrano bloccati psicologicamente. La formula senza centravanti garantisce equilibrio solo quando prevale il comportamento di squadra e non la giocata del singolo. Come accade nel primo tempo. Gli strappi di El Shaarawy, Salah, Nainggolan e Peres rischiano di incidere sulla solidità dell’assetto. Che diventa fragile quando il Sassuolo, con il solito 4-3-3, riesce a ripartire contando sulla velocità degli esterni Politano e Berardi, ai quali si aggiunge il centravanti Defrel, rapido e tecnico. Il trio si esalta grazie alla regia di Missiroli, al dinamismo di Pellegrini e alla fisicità di Duncan. I 3 attaccanti di Di Francesco ricambiano con la disponibilità in fase difensiva.
FRAGILITÀ DIFENSIVA – Salah non sfrutta il regalo iniziale di Letschert: Consigli respinge il tiro di sinistro abbastanza scontato. Il Sassuolo, fino all’intervallo, spreca addirittura di più. Soprattutto con Defrel che, al 2° tentativo dei 3 avuti primi 10 minuti, fa però centro dopo la fuga di Berardi e il velo di Politano: sinistro e vantaggio, con Fazio fuori posizione. Il pari di Paredes, destro da fuori su appoggio di Salah, diventa prezioso per la Roma che, giocando sotto ritmo, non tiene dietro, vulnerabile e spaesata. Emerson, sinistro potente in corsa, centra la traversa, ma Politano (due volte) e Defrel spaventano ancora Szczesny. A fine recupero, nel momento più delicato per i giallorossi, cambia la storia del match: lancio di Fazio per El Sharaawy che, seminato Letschert, calcia però addosso a Consigli. Al ribaltone, sulla respinta, pensa Salah. Che, prima del tocco decisivo, spinge Peluso. Di Bello, comunque, convalida.
CAMBIO DI MARCIA – Di Francesco comincia la ripresa con Lirola, lasciando negli spogliatoi Letschert. Defrel si pappa un’altra rete e subito dopo lascia il posto a Matri. Spalletti, invece, fa entrare dopo un’ora Dzeko, fuori Peres, e la Roma, con il 4-2-3-1, riprende quota. Il centravanti ha un paio di chance prima di superare, a metà tempo, Consigli. Bello lo scambio con Strootman che lo spinge a realizzare il 21° gol in campionato (31° stagionale). Ecco Ricci per Missiroli: anche il Sassuolo passa al 4-2-3-1. Ma dopo 3 pari di fila cade per la prima volta all’Olimpico. Entrano, con i 3 punti già in cassaforte, Perotti per Salah e De Rossi per Paredes. Il diffidato Strootman, nel recupero, si ricorda del calendario e prende il giallo per saltare l’Empoli alla ripresa del campionato.